E là dove i risultati sono migliori, come la Finlandia, nel curricolo delle scuole sono previste alcune materie obbligatorie (finlandese, svedese, matematica) e altre opzionali, scelte secondo gli interessi e le inclinazioni dello studente.
I corsi opzionali, leggiamo sul Corriere della Sera, non durano per un intero anno scolastico, vengono spezzati in moduli di alcune settimane al termine dei quali c’è un esame. La bocciatura non esiste. Chi ha accumulato troppe assenze, chi è carente in una materia, seguirà di nuovo il modulo. Pochi i compiti a casa perché gli studenti finlandesi il pomeriggio si dedicano alle attività sportive e alle “associazioni”.
In Finlandia inoltre non esiste il gruppo-classe fisso, ogni studente cambia aula e quindi una parte dei compagni (in base ai loro interessi culturali e formativi), secondo il modulo che deve seguire. Le ore in classe sono meno che in Italia, vi è un quarto d’ora a disposizione nei cambi d’aula, anche i corridoi sono scuola, esperienze, affiatamento.
In Finlandia gli studenti, all’interno degli anni della scuola dell’obbligo, restano anche fisicamente fino ai 16 anni nella stessa struttura, il che vuol dire che non esiste una separazione netta fra elementari, medie e i primi due anni delle scuole superiori come invece accade in Italia.
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