Altro che tagli esagerati come quelli programmati dai ministri Gelmini e Tremonti: in alcune zone degli Stati Uniti hanno pensato bene che in alcune circostanze, come le lezioni in laboratorio, la presenza a scuola del docente può essere più che degnamente sostituita da pc e assistente tecnico. Nella contea di Miami, in Florida, l’originale piano didattico è già operativo nella maggior parte degli istituti superiori: riguarda ben 7.000 studenti delle scuole pubbliche, tutti inseriti in un programma digitale interattivo i cui temi principali di insegnamento vengono spiegati attraverso i computer. L’unica presenza adulta è quella di un “assistente”, presente in laboratorio per assicurarsi che i ragazzi seguano le lezioni e per risolvere eventuali problemi tecnici. Ma niente di più.
Dell’insegnante, quello vero in carne e ossa, nemmeno l’ombra. Il suo posto è preso da una sorta di tutor didattico, ovviamente virtuale, fornito dal Florida Virtual School, che indica agli studenti, passo passo, le conoscenze di cui necessitano e le procedure da attuare. L’insegnamento virtuale, realizzato nei ‘laboratori e-learning’, è figlio del ‘Class Size Reduction Amendment’, l’emendamento approvato in Florida nel 2002 che riduce il numero di studenti di una classe, ma avalla i laboratori con tecnologie ‘spinte’ al punto di non rendere indispensabile la presenza del prof.
Tutto chiaro? Non proprio. Commentando il modello formativo da quest’altra parte dell’Oceano, permangono, infatti, diversi dubbi. Uno in particolare. Il primo di tutti è capire quanto i software e le lezioni automatizzate possano sopperire al rapporto interattivo, fondamentale, che si viene normalmente a costituire tra docenti e discenti. E qualche dubbio deve essere sorto anche ai diretti interessati, visto che diversi istituti hanno deciso di continuare con i laboratori classici guidati da un insegnante. Normali timori per il nuovo che avanza o solo una scelta dettata dal buon senso?