Il nuovo orario prevede infatti che si faccia lezione anche il mercoledì, contrariamente a quanto avveniva dal 2008, quando una legge del precedente governo di destra aveva introdotto una pausa a metà settimana. Il governo, per bocca della neo-ministra dell’Educazione nazionale Najat Vallaud-Belkacem, ha reagito dichiarando illegale l’operato dei sindaci ribelli e mobilitando le prefetture, che in alcuni casi – come nel Pas-de-Calais – hanno intrapreso procedure d’urgenza per aprire gli istituti.
“Impedire ai bambini di andare a scuola e agli insegnanti di compiere la loro missione mi sembra non solo anti-repubblicano, ma intollerabile”, ha detto Vallaud-Belkacem.
“Li deferiremo al tribunale amministrativo, che procederà a un’ingiunzione ai sindaci, altrimenti i prefetti potranno prendere il posto dei sindaci”, ha spiegato Belkacem. Anche se in parte i genitori sembrano apprezzare la riforma, che in teoria potrebbe facilitare l’organizzazione domestica, in molti comuni la questione è più complessa, perché’ la nuova giornata di scuola è suddivisa fra più giorni e affiancata da attività para-scolastiche che rendono di fatto più difficile gestire i bambini. E le proteste, da Nord a Sud, sono state numerose.
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