Vietato bocciare in Francia e far ripetere l’anno diventa fuorilegge: la sinistra francese è chiara su questo e infatti, come riporta la Stampa, l’articolo primo della legge di rifondazione della scuola recita: “Nel quadro dell’acquisizione di conoscenze, competenze e metodi prevista alla fine del ciclo e non più dell’anno scolastico, far ripetere un anno dev’essere eccezionale”.
Con un emendamento, i deputati socialisti sono andati anche più in là di quanto proposto dal loro governo, che si era limitato a scrivere che si deve “proseguire la riduzione progressiva” dei ripetenti. Invece adesso la bocciatura diventa l’eccezione che dovrebbe confermare la regola di una scuola migliore.
A proporla è il responsabile dell’Educazione nazionale, il filosofo socialista Vincent Peillon, un ministro iperattivo che una ne fa e cento ne propone, compresa quella di legalizzare le droghe leggere.
Tuttavia, riporta il quotidiano, bisogna tenere presente che fra i Paesi dell’Ocse, la Francia detiene saldamente il record della ripetizione dell’anno: tocca a più di uno studente su tre, quando la media nel resto del mondo è di meno di uno su sette.
Da tempo gli esperti vanno ripetendo che bocciare è, ai fini pedagogici, del tutto inutile. Di certo, è disastrosa per quelli economici: nel 2009, per esempio, ha rappresentato un aggravio di più di due miliardi di euro per le esauste casse pubbliche.
Sulla scuola, Hollande si gioca molto. Quello dell’Educazione nazionale è uno dei tre ministeri dove lo Stato continuerà a investire. Delle 60 mila persone che assumerà nei prossimi cinque anni, 54 mila saranno nella scuola.
Se finora tutte le riforme erano partite dal liceo per “scendere” verso le elementari, la filosofia di Peillon è opposta: gli sforzi e i mezzi saranno concentrati sulla “primaire”, specie per gli alunni che per ragioni di estrazione sociale o provenienza territoriale sono svantaggiati. Secondo le statistiche, alla fine delle elementari è scolasticamente fragile un ragazzino su quattro e questo ritardo, nell’implacabile logica selettiva della scuola francese, in seguito non viene colmato quasi mai.
L’Educazione nazionale in Francia ha 850 mila insegnanti, 12 milioni di studenti e se la si vuole toccare ci si deve armare di pazienza e prudenza. Peillon ha già scatenato un putiferio proponendo di passare alle elementari dalla settimana di quattro giorni a quattro giorni e mezzo. E anche il dibattito sulla sua legge si sta svolgendo in un’atmosfera da ultima spiaggia.
La destra giudica la riforma ideologica e cerca di soffocarla sotto 1.400 emendamenti. L’estrema sinistra invece la trova non abbastanza audace e non la voterà. I Verdi avevano addirittura proposto di vietare i voti alle elementari, ma il loro emendamento è stato respinto. I voti restano, la bocciatura no.
Per Gavosto invece, direttore della Fondazione Agnelli, riporta sempre La Stampa, in Italia sono penalizzati gli immigrati.
Dice infatti l’esperto: “È dimostrato che nella stragrande maggioranza dei casi bocciare non aiuta. Chi aveva un percorso difficile continua ad averlo anche dopo essere stato bocciato, e spesso viene bocciato di nuovo. A volte, se può, abbandona del tutto. C’è stata una presa di posizione molto netta su questo punto anche da parte dell’Ocse: non è questo lo strumento migliore per evitare lo spreco di risorse umane”. Infatti “In Italia il tasso di bocciature è insignificante alle elementari, è intorno al 4% alle medie e sale invece al 10% alle superiori ma con tassi anche del 17% per chi frequenta i primi anni delle superiori”. In Italia dunque più che bocciare poco, “si bocciano soprattutto gli immigrati. Il loro rischio di non farcela può essere fino a 19 volte più elevato di quello che corre uno studente italiano. L’obbligo è esteso fino a 16 anni, però, dunque si devono frequentare almeno uno o due anni di superiori”.
“È giusto che ci sia severità, ma le bocciature si potrebbero evitare aiutando gli studenti a scegliere il percorso più adatto alle loro caratteristiche. E poi, organizzando attività di sostegno, corsi pomeridiani, o allungando il tempo della scuola anche al pomeriggio. È importante anche che il gruppo docente faccia agire i compagni di classe, lasciando che siano loro ad aiutare chi è più fragile” “Bocciare è un fallimento della scuola, un arrendersi di fronte a un problema che non si è stati in grado di risolvere”.