
Una domanda inquietante circola in questi giorni sui media francesi: c’è il rischio che la censura stia arrivando a scuola? Che la pratica correlata della messa all’indice dei libri ritenuti pericolosi sia in arrivo nelle aule dell’Educazione Nazionale? La questione, ripresa anche dai media italiani, si presta a un giusto dibattito per capire meglio di cosa si parla.
Il fatto ce lo spiega con dovizia di particolari Le Café Pédagogique, prestigiosa piattaforma d’informazione in materia scolastica. Partiamo da un dato preliminare: in Francia, nel 2018, è stata concepita l’apprezzabilissima operazione “Un libro per le vacanze”: ogni alunno di quinta elementare, al momento di lasciare la scuola per passare alla secondaria di primo grado, riceve in regalo un libro, un classico della letteratura, rivisitato da un disegnatore contemporaneo. Un dono che il ministero offre a tutti, bambine e bambine, che lasciano le elementari – e, dunque, simbolicamente, il mondo dell’infanzia – per entrare in un nuovo universo, quello della preadolescenza, rappresentato dalle scuole medie.
Negli anni precedenti, i libri scelti sono stati, nell’ordine, una selezione di favole di La Fontaine, un adattamento dell’Odissea di Omero e il racconto “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono.
Quest’anno i ragazzi in uscita dalla quinta elementare avrebbero dovuto ricevere “La Bella e la Bestia” e l’incarico di reinterpretare e di illustrare l’opera era stato affidato a Julien Berjeaut, conosciuto come Jul, uno tra i fumettisti più apprezzati oggi in Francia. Ma qualcosa non funziona, al ministero la sua storia e i suoi disegni non vanno giù, appaiono inadatti a un pubblico di quell’età. Sul sito del ministero si legge che le illustrazioni proposte sono inappropriate per dei ragazzi di dieci anni, perché fanno riferimento a temi come l’alcol, i social network, il traffico di oggetti contraffatti e altro ancora, che potrebbero provocare in bambini ancora piccoli delle domande che rimarrebbero senza risposta, in assenza di una lettura guidata dagli insegnanti, visto che il libro viene proposto come lettura estiva individuale.
In realtà il disegnatore aveva rivisitato la storia immaginando – come scrive il settimanale “Le Point” – che il papa di Belle, originario dell’Algeria, fosse invischiato in un commercio di abiti contraffatti, fermato in aeroporto dalla finanza e tutta una serie di altre vicissitudini che ai funzionari del ministero non sono piaciute. Questi ultimi sostengono – infatti – che dei bambini di dieci anni non hanno gli strumenti per interpretare correttamente i disegni proposti dall’autore, coglierne l’ironia e gli impliciti culturali.
Parla invece di censura l’illustratore che ha già dichiarato che la rescissione del contratto da parte del ministero avrà conseguenze giudiziarie. il vero problema, secondo Berjeaut risiederebbe nella rappresentazione di un mondo più inclusivo e vicino alla realtà dei ragazzi di oggi. L’autore ha insinuato che la modernizzazione della storia, niente più principi e principesse con capelli biondi e occhi azzurri ma personaggi dai tratti mediterranei abbia potuto fare storcere il naso ai conservatori francesi.
Censura o semplice principio di precauzione? Nell’attesa che un giudice dirima la questione, il Ministero, per turare la falla, riproporrà quest’anno l’Odissea di Omero.