Il Friuli Venezia Giulia potrebbe fare da apripista all’autonomia differenziata nella scuola, con la Regione a farsi carico di una serie di spese e di incombenze, anche per il pagamento del personale che tra l’altro nel comparto scolastico scarseggia: la giunta della Regione a statuto speciale, che già gode di una certa autonomia, si è infatti rivolta al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per definire una norma congiunta che riconosca al Friuli maggiore capacità organizzativa e finanziaria in materia di Istruzione.
Il progetto dell’autonomia differenziata è uno di quelli più caldeggiati dalla Lega, che attraverso Roberto Calderoli, ministro leghista per gli Affari regionali e le Autonomie, vorrebbe portare in porto, con una legge ‘ad hoc’, nel prossimo autunno.
“Il ministro – ha detto l’assessore regionale all’Istruzione del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen – ci ha espresso la sua disponibilità, non appena sarà ricostituita la Commissione paritetica Stato-Regione, alla prosecuzione del percorso di regionalizzazione del sistema scolastico del Friuli Venezia Giulia con la possibilità di costituire una Commissione tecnica bilaterale tra Ministero e Regione”.
L’iter di regionalizzazione, avviato nel 2019, era giunto alla proposta formulata il 4 maggio in occasione dell’ultima riunione della commissione Paritetica, per la costituzione di una commissione bilaterale per approfondire, a livello tecnico, i punti di non convergenza e per giungere a un testo che potesse trovare il parere favorevole del ministero bianco di Viale Trastevere.
Tra le tematiche affrontate qualche giorno fa, il 12 gennaio, con il ministro dell’Istruzione e del merito, vi sono state anche “una serie di criticità e di possibili soluzioni sulle priorità” per il Fvg, come ad esempio la proposta “di istituire un nuovo capitolo di spesa del bilancio del Ministero, alimentato con fondi regionali, da cui attingere per il pagamento di contratti di supplenza breve aggiuntivi stipulati dalle scuole statali del territorio regionale con il personale scolastico”.
Rosolen ha anche fatto presente che in Friuli manca “personale da dedicare ai servizi educativi per la prima infanzia”.
In Friuli, in generale c’è “carenza di personale scolastico, in particolare di insegnanti specializzati e personale Ata, e di personale ministeriale in servizio all’Ufficio scolastico regionale che a oggi vede coperto solo il 40% della sua pianta organica“.
Oggi gli stipendi del personale scolastico in Friuli Venezia Giulia sono in linea con quelli del resto del Paese: l’eventuale approvazione del progetto di regionalizzazione proposto al ministro Giuseppe Valditara, assieme ad un blocco almeno quinquennale dei trasferimenti dei neo assunti, potrebbe creare una differenziazione rispetto ai compensi assegnati nelle altre Regioni.
L’incremento stipendiale, che deriverebbe da indennità assegnate proprio dalla Regione, potrebbe rendere più appetitosa la professione che si svolge dietro la cattedra.
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