Oggi alla vigilia di un concorso a cattedre per quasi dodicimila posti, sono molti gli interrogativi sull’utilità o meno di questa strategia di reclutamento riguardante il personale docente nelle scuole.
Un’alternativa al concorso a cattedre, proposta dal presidente dell’Anp, è un concorso sulla base di reti di scuole, in altre parole un concorso radicato sul territorio che risponda alle esigenze di singole scuole.
Tutte queste soluzioni che non prevedono la riapertura delle GaE, possono evidenziare in un prossimo futuro sviluppi non sempre prevedibili. Ad esempio sono sempre più insistenti le voci che ritengono l’organizzazione di concorsi affidati alle reti di scuole, l’anticamera della chiamata diretta del personale docente così come si sta progettando nella regione Lombardia. Questo modello proposto dall’on. Aprea, assessore all’istruzione nella regione lombarda, è sostanzialmente simile a quello del reclutamento universitario, dove oggi il posto stabile è, nella maggior parte delle volte, chiamato per un candidato che ha svolto decenni di precariato nella ricerca. Inoltre, sempre nel mondo accademico, i passaggi al ruolo di ricercatore come quelli a professore associato o ordinario spesso, come testimoniano numerose inchieste giornalistiche, favoriscono fenomeni di familismo.
L’Anp afferma che è necessario studiare il problema in modo approfondito, per mettere in campo un nuovo regolamento che sostituisca l’attuale. Mentre si parla e si discute di questo profondo rinnovamento nel reclutamento degli insegnanti, molti di essi aspettano di vedere il bando concorsuale del prossimo 24 settembre.