In Germania, dove l’integrazione degli immigrati non ha avuto finora grandi difficoltà, si incominciano a temere scompensi sui livelli dell’istruzione dei ragazzi che stanno mettendo in discussione i modelli precedenti. Troppe ormai sono le scuole in cui la quota di stranieri è aumentata, fino al punto da far temere che venga penalizzata l’istruzione di tutti gli altri.
Con oltre un milione di profughi arrivati, la Germania si sta rendendo conto che integrare questa enorme massa sia impresa tutt’altro che semplice soprattutto a scuola.
Un fatto che si può constatare parlando con tante famiglie berlinesi, che vivono il confronto quotidiano dei loro figli con quelli dei migranti, e adesso confermato dai numeri del “barometro dell’inclusione”.
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Secondo lo studio presentato dal consiglio di esperti della Fondazione tedesca per l’integrazione, si capisce come le riserve su questa sfida siano consistenti proprio sul tema apprendimento. In una società sempre più multireligiosa e aperta – dove l’Islam è ormai la terza religione del Paese e il peso dei cristiani professanti è in costante flessione – su 5.000 intervistati la metà esprime la preoccupazione che i ragazzi che frequentano scuole ad alto tasso di migranti ricevano un danno nell’istruzione e che imparino di meno.
E questa preoccupazione non riguarda solo le mamme tedesche, ma anche le mamme degli alunni stranieri di seconda generazione. Infatti se un 51% delle famiglie tedesche è d’accordo con l’affermazione che “nelle scuole con molti bambini migranti tutti i bambini imparano meno”, fra le famiglie turche è il 56% a pensarla così. Comunità turca che è la più numerosa fra le comunità di stranieri presenti in Germania.
Secondo il barometro, inoltre, 6 tedeschi su 10 sono disposti a mandare i figli in scuole molto frequentate dai figli dei migranti. “Io non ho voglia che mia figlia vada in una classe dove ci sono 12 bambini profughi. Come impara il tedesco?”, dice all’ANSA una donna di 40 anni, che vive nel quartiere a forte presenza turca di Kreuzberg, a Berlino, rivelando le sue perplessità.
“Nelle scuole fra l’altro mancano gli interpreti – spiega. E quindi tutto diventa molto più complicato. Le lezioni andrebbero riorganizzate e il sistema scolastico dovrebbe reagire più rapidamente, per garantire un’istruzione adeguata per tutti, ovviamente anche per i nostri figli”.
“Non abbiamo fatto educazione fisica per tutto l’anno”, racconta invece una ragazza di 18 anni, che frequenta un istituto superiore nel quartiere Tempelhof. “È giusto? Perché hanno deciso di mettere i rifugiati dove noi facciamo ginnastica?”
Il risentimento di cui parlano i socialdemocratici, che hanno proposto nei mesi scorsi progetti sociali per i tedeschi, per evitare forme di invidia nei confronti delle attenzioni che lo Stato e la politica riservano ai profughi, diventa tangibile talvolta proprio fra i giovanissimi.
Lo stesso barometro rileva però come in Germania la società sia ormai definitivamente “multireligiosa”: un terzo dei tedeschi risponde che la religione non sia un fattore importante per l’appartenenza sociale. Il 65% degli intervistati non di origine migratoria è favorevole alla possibilità di offrire ore di religione islamica nelle scuole. La maggioranza accetta la costruzione di moschee nelle vicinanze della propria abitazione. Alla domanda se l’Islam appartenga alla Germania -tema di un acceso dibattito politico negli ultimi mesi-, i tedeschi si dividono: il 53% risponde di no, il 47% dà invece una risposta affermativa.
La Germania fra l’altro sta spendendo molto per consentire ai bambini immigrati di imparare al più presto la lingua, in modo da non essere esclusi dai programmi scolastici.
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