La notizia del brontolio tedesco è su ilpost.it, secondo il quale la protesta è iniziata il 3 luglio in Baviera con una raccolta firme per indire un referendum a favore del ritorno del Gymnasium a nove anni (definito per brevità “G9″): dovranno essere raccolte 950mila firme entro il 16 luglio, ma iniziative simili sono state prese ad Amburgo e in altre città tedesche.
Tuttavia, scrive il Post citando Der Spiegel, l’abbreviazione di corso, varata nel 2004, è stata definita «una delle riforme dell’istruzione più controverse degli ultimi anni»: faceva parte di una serie di provvedimenti presi dalla Germania in seguito ai bassi risultati ottenuti nel 2001 dal test PISA (Programme for International Student Assessment) fra i quali il cambiamento di alcuni libri di testo e la possibilità di restare a scuola anche nel pomeriggio, fatto poco comune in Germania.
Secondo l’Economist l’applicazione della norma fu troppo frettolosa, e portò a «insegnare le stesse cose in un minore periodo di tempo». Heinz-Peter Meidinger, un filologo tedesco che insegna al Gymnasium contattato dall’Economist, ha detto che per mancanza di tempo la maggior parte degli insegnanti di storia è costretta a saltare argomenti molto importanti come per esempio la guerra civile americana. I genitori, invece, negli anni si sono lamentati perché «i ragazzi sono stressati, sono costretti ad abbandonare le proprie attività pomeridiane e si ritrovano a sgobbare per gli esami senza approfondire le cose».
La questione ha anche un risvolto politico notevole: in alcuni stati dell’ex Germania Est, come la Sassonia e la Turingia, la scuola superiore finiva al dodicesimo anno già da prima dell’unificazione: ancora oggi, racconta l’Economist, questi stati ospitano alcune fra le migliori scuole del paese. Il ministro per l’Istruzione tedesco, Johanna Wanka – che fa parte della CDU, il partito di centrodestra del cancelliere Angela Merkel – ha recentemente detto che «io sono sassone, e in Sassonia il Gymnasium a otto anni funziona alla grande».
Non viene specificato nell’articolo del “post.it” se in Germania, al momento giusto, si faccia corre l’allarmistico grido: ce lo chiede l’Europa per avallare scempiaggini. Sicuramente da quelle parti si discute su un provvedimento che non avrebbe dato i risultati attesi, mentre da noi è ormai costume dare numeri sbagliati, come quello che nel resto d’Europa si faccia un anno in meno al liceo. Che non è così.
Per completezza di informazione, leggiamo pure che le iniziative a favore del ritorno al liceo a nove anni non sono sostenute dai partiti di sinistra.
Il Gymnasium è considerato da molti un’istituzione datata e un po’ classista. I partiti di sinistra, come per esempio la SPD e i Verdi, preferiscono un ampliamento delle cosiddette Gesamtschule, scuole superiori che non prevedono test di ammissione e che offrono corsi di difficoltà variabile al proprio interno, a seconda della bravura e degli interessi dello studente.