Nonostante l’impegno assunto dal ministro della Pubblica Istruzione, Constantinos Arvanitopoulos, che nessuno dei dipendenti avrebbe perso il posto di lavoro e mentre tutto lasciava sperare che i due atenei avrebbero ripreso a funzionare regolarmente da lunedì 2 dicembre, nel corso di assemblee tenutesi in un’atmosfera molto tesa, i dipendenti hanno deciso di continuare l’agitazione sino a martedì 3 dicembre, entrando così nella 13/ma settimana consecutiva di sciopero. Inoltre hanno concordato di schierarsi a fianco dei lavoratori del settore sanitario partecipando alla loro manifestazione di questo pomeriggio ai Propilei.
Gli osservatori politici definiscono “ricattatorio” l’atteggiamento di una piccola parte dei dipendenti contro i 78.000 studenti delle Università e fanno notare che la decisione di proseguire lo sciopero è stata presa per alzata di mano in quanto qualcuno ha fatto sparire l’urna che doveva servire per il voto come era stato deciso in precedenza. “Una piccola minoranza di dipendenti continua a tenere in ostaggio gli studenti, i professori e i loro colleghi mettendo a rischio l’anno accademico.
Un gruppuscolo di Syriza (il partito radicale di sinistra) e di Antarsia (una componente di Syriza) hanno fatto sparire l’urna durante l’assemblea generale per costringere alla votazione con alzata di mano in cerca del caos”, ha detto Arvanitopoulos aggiungendo che “non può esserci un dialogo se l’Università resta chiusa”. (ANSA).
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