I lettori ci scrivono

In Italia, gli insegnanti sono considerati “carne da macello”

Sono un’insegnante sospesa dal lavoro da dicembre perché non vaccinata. Nonostante le difficoltà economiche e la situazione psicologica nella quale mi trovo per il dispiacere di avere lasciato la mia classe a metà anno, compreso un bambino autistico al quale ero molto affezionata e al quale a detta delle colleghe manco molto, non intendo cambiare idea.

Le mie ragioni non sono certo ideologiche ma dettate da problematiche di salute (che nessun medico ha voluto neppure prendere in seria considerazione nonostante mi sia recata sia dal medico di base sia dal medico vaccinatore) e da familiarità con eventi trombotici.

Nella mia lunga carriera l’assenza più lunga è stata quando nel novembre del 2020 ho contratto il Sars-Cov e sono rimasta in quarantena forzata per circa un mese (causa tamponi sempre positivi anche se quasi asintomatica). Ora vorrei porvi una domanda: ad oggi, non ho la più pallida idea di cosa mi aspetta e, inoltre, avendo più di cinquant’anni mi chiedo se dovrò pagare non una ma due multe visto che l’obbligo esiste anche per gli insegnanti (quindi immagino anche la multa).

Ho lavorato da settembre a dicembre pagando di tasca mia i tamponi ogni 48 ore, pagherò due multe, sono stata oggetto di critiche, ho vissuto una non-vita rinunciando a tutto. Tuttavia, ciò che più mi è mancato è stato il rapporto con i miei alunni/e e il fatto che abbiano perso mesi del loro apprendimento (pur essendo arrivato un supplente, si tratta di un ragazzo giovane e molto inesperto).

Ora mi chiedo e vi chiedo: è giusto che l’Italia sia l’unico paese in Europa che abbia imposto un trattamento così discriminatorio alle sue cittadine e ai suoi cittadini che non hanno commesso alcun reato e si trovano a vivere da reclusi e a pagare una multa (doppia, nel mio caso) per aver semplicemente fatto una SCELTA che persino la Commissione europea garantisce?

Ho amato moltissimo il mio lavoro che ho svolto con passione e impegno ma ora mi trovo a pensare che davvero, in Italia, gli insegnanti sono considerati “carne da macello”. 

Annalisa Terruzzi 

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