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In Italia gli stranieri extra UE laureati svolgono impieghi di basso profilo

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In Italia, la quasi totalità dei lavoratori stranieri svolge un lavoro alle dipendenze e più del 70% ricopre la posizione di operaio. Dal punto di vista dell’istruzione, il 47,5% dei cittadini non UE laureati in una disciplina STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) sia impiegato con una qualifica di basso profilo, a fronte dell’1,8% degli italiani e del 21,9% dei comunitari.

Questo è quanto emerge dall’ottavo Rapporto annuale “Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia“, curato dalla Direzione Generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con ANPAL Servizi SPA, presentato il 6 luglio scorso nell’ambito della manifestazione “Luci sul lavoro”.

La segmentazione professionale, e dunque la preponderanza di profili prettamente esecutivi tra la forza lavoro straniera, è chiara e confermata dalla scarsa presenza di occupati impiegati in ruoli dirigenziali e simili: appena lo 0,4% degli occupati è dirigente e lo 0,7% quadro, a fronte dell’1,9% e del 5,8% degli italiani.

Ciò che emerge chiaramente è la dispersione del capitale umano laureato con cittadinanza straniera ed in particolar modo di quello in possesso di competenze tecnico-scientifiche. Dal Rapporto emerge in particolare come più del 90% degli italiani con un titolo STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) svolga una funzione high skill e pertanto formalmente coerente, così come più dell’80% dei “Non STEM”; nel caso dei cittadini stranieri non UE, le percentuali scendono al 26,0% in un caso e al 24,4% nell’altro. Il 47,5% dei laureati Extra UE con titolo di laurea in una disciplina STEM è impiegato in qualifiche low skill, a fronte dell’1,8% degli italiani e del 21,9% dei comunitari.