Nel terzo trimestre 2013 in Italia i disoccupati in senso stretto erano 2,84 milioni. Il tasso di disoccupazione era pari all’11,3%, in crescita di 1,5 punti percentuali rispetto a un anno prima (in Ue nel terzo trimestre il tasso dei senza lavoro era al 10,5% in crescita di appena 0,2 punti). L’Italia detiene il record assoluto di coloro che sarebbero disponibili a lavorare ma non cercano, con il 13,1% della forza lavoro (appena l’1,3% in Germania, il 2,5% nel Regno Unito e il 5,1% in Spagna che comunque ha un tasso di disoccupazione del 26%, il 10,1% in Croazia).
In Italia c’è invece una percentuale inferiore alla media di part time involontari, con il 2,2% a fronte del 4% medio europeo (4,1% in Germania, 6% nel Regno Unito).
In pratica in Italia ci sono oltre 6,15 milioni di persone ”sfiduciate” sulla possibilità di trovare un lavoro, tra persone che risultano disoccupate (2,84 milioni nel terzo trimestre 2013 mentre a ottobre e novembre secondo i dati mensili si sono sforati i 3,2 milioni) e coloro che pur essendo disponibili a lavorare non entrano nemmeno nel mercato (3,3 milioni nel terzo trimestre mentre il dato mensile non è disponibile). Quasi metà di coloro che si dichiarano disponibili al lavoro senza cercarlo (1,518 milioni su 3,3 milioni) si dicono scoraggiati” ovvero motivano la mancata ricerca con la convinzione di non poter trovare impiego.
Un esercito quello degli scoraggiati che è in forte crescita sia rispetto al secondo trimestre 2013 (+219.000), sia rispetto allo stesso periodo del 2012 (+234.000). Oltre due ‘scoraggiati’ su tre sono al Sud con 1,068 milioni su poco più di 1,5 complessivi.
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