Il 18 aprile 2015 tra le mille vittime di un naufragio fu trovato un ragazzo di 14 anni con una pagella cucita all’interno della giacca, da qui l’impegno internazionale e l’idea di dare proprio il nome di Pagella in tasca ad un progetto promosso da Intersos e Unhcr, che da un anno si occupa di minori rifugiati e non accompagnati, per garantire loro il diritto allo studio, con il sostegno di numerosi partner, tra cui il Comune di Torino, la Fondazione Compagnia di San Paolo e la Commissione Europea.
In questa settimana, all’aeroporto di Torino, è arrivato il secondo gruppo di minori soli, grazie a un protocollo d’intesa con i ministeri degli Affari Esteri e della Cooperazione Italiana, dell’Interno e del Lavoro. Si tratta del secondo arrivo che segue il primo gruppo di minori giunti in Italia lo scorso anno. Il progetto prevede l’ingresso in Italia con un visto per motivi di studio di 35 minori non accompagnati attualmente rifugiati in Niger. Attraverso questo canale di ingresso regolare e sicuro in Italia, i minori potranno continuare a studiare, senza dover rischiare la vita affidandosi ai trafficanti per attraversare il Mar Mediterraneo.
I partecipanti al progetto sono minori di età tra i 16 e i 17 anni, originari del Darfur, in Sudan, e rifugiati in Niger e sono stati selezionati sulla base della loro motivazione allo studio in seguito ad una attenta valutazione del loro migliore. Tutti e quattro i ragazzi sono fuggiti da soli verso la Libia, dove hanno subito maltrattamenti e sfruttamento, prima di trovare protezione in Niger. Tra loro Adam, 16 anni, con il sogno di diventare medico, nato in un campo profughi in Darfur, a 11 anni scappato dal Sudan verso la Libia da solo, e da allora ha perso i contatti con la sua famiglia. Grazie ad una borsa di studio di 12 mesi, i ragazzi entrano in Italia con un visto di ingresso per studio, possibilità prevista dalla legge ma mai utilizzata in precedenza per minori rifugiati, per conseguire la licenza media e successivamente proseguire il percorso nella scuola secondaria superiore o nella formazione professionale.
Pagella in tasca rappresenta la prima sperimentazione al mondo di un canale d’’ingresso sicuro promosso dalla società civile e dedicato ai minori non accompagnati rifugiati, attualmente esclusi dai corridoi umanitari e dalla maggior parte degli altri canali di ingresso. I minori sono accolti da famiglie affidatarie valutate idonee dai servizi sociali, a differenza di quanto accade alla quasi totalità dei minori non accompagnati presenti in Italia, che sono accolti in strutture. Questo progetto pilota è un primo passo importante che potrà consentire in futuro anche ad altri minori non accompagnati di entrare in Italia in modo protetto.
L’Italia, ha detto Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per Italia, Santa Sede e San Marino, si dimostra ancora una volta all’avanguardia nello sviluppo di programmi simili per offrire sempre più opportunità come questa ai rifugiati.
Il progetto prevede che i minori conseguano la licenza media e proseguano poi il loro percorso di istruzione e formazione nella scuola secondaria superiore o nella formazione professionale. A tal fine vengono garantiti una borsa di studio per ciascun minore per 12 mesi, a copertura dei costi di sostentamento, e il supporto ai minori e alle famiglie affidatarie da parte di specifiche figure professionali (educatore, mediatore culturale, avvocato e psicologo). I ragazzi frequentano il CPIA e corsi di italiano extra-scolastici. Al termine dei 12 mesi di borsa di studio e fino alla conclusione del prosieguo amministrativo eventualmente disposto dal Tribunale per i minorenni, i beneficiari potranno essere inseriti all’interno del progetto SAI dell’Ente locale responsabile.
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