L’ultimo report Istat 2017 sull’istruzione mette in luce, oltre all’aumento degli abbandoni scolastici, una scarsa quota di stranieri in possesso almeno del diploma. Divario che negli ultimi anni è cresciuto molto, a differenza degli altri stati europei che invece pare abbiano ridotto tale Gap.
I differenziali nei livelli di istruzione tra immigrati e italiani sono via via più accentuati – rileva l’Istat – andando dalle classi di età più mature, dove il livello di istruzione degli stranieri è piuttosto simile a quello degli italiani, verso quelle più giovani.
Tra gli stranieri, infatti, solo il 47,7% possiede almeno il diploma di scuola secondaria superiore (o equivalente) contro il 62,5% degli italiani mentre il 12,1% ha conseguito un titolo terziario a fronte del 19,5% registrato per gli italiani
C’è senz’altro un problema relativo al livellamento di istruzione fra tutti i cittadini, e di conseguenza esiste una criticità dell’Italia nel cogliere l’obiettivo di portare tutti i giovani a raggiungere adeguati livelli di istruzione e, conseguentemente, nel garantire equità nei livelli di benessere della popolazione.
Nel 2008, riporta ancora l’istituto di statistica, la quota di stranieri con almeno un titolo di studio secondario superiore era analoga a quella degli italiani e solo di poco inferiore era quella di quanti in possesso di un titolo terziario, ovvero una laurea o titoli post laurea. Negli ultimi nove anni, invece, la quota di stranieri con almeno il titolo di diploma si è molto ridotta. Contemporaneamente, non è aumentata la quota di chi ha un titolo terziario.
Le ragioni di tale crollo potrebbero essere spiegate nel fatto che tra i cittadini stranieri arrivati in Italia tra il 2009 e il 2017, il numero di coloro che hanno almeno un livello di istruzione secondario superiore è più bassa rispetto a quella di chi risiede da più tempo in Italia.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, sappiamo che il più basso livello di istruzione si riscontra al Sud Italia, dove poco più di un adulto su due ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore. Al Centro, invece, le cose vanno meglio, e si stima invece il valore più alto, ovvero oltre due adulti su tre hanno il diploma.
Solo il Regno Unito rappresenta l’eccezione: infatti, qui il livello di istruzione degli stranieri è superiore a quello dei cittadini inglesi. Bene anche la Spagna, che presenta quote di coloro con almeno un diploma secondario superiore piuttosto simili tra stranieri e locali.
Certamente, questi dati devono essere letti da più prospettive. Se è in diminuzione la quota di stranieri che non raggiunge l’istruzione secondaria di secondo grado, forse si deve inserire questo dato in una cornice più ampia di interpretazione che riguarda la difficoltà di integrazione sociale e culturale degli stranieri nel nostro Paese. I due fenomeni, non possono essere scissi, infatti.
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