Estero

In Italia tre mesi di vacanze estive per gli studenti. E in Europa?

Il termine delle lezioni scolastiche, indipendentemente dal grado e dalla tipologia, è in dirittura d’arrivo in tutto il Vecchio Continente. La scuola, grazie a tale periodo, ha tempo per ristrutturarsi e ridefinire le proprie attività in relazione alle singole esigenze – anche strutturali – della didattica in sede. I docenti colgono l’occasione, spesso interessati da tonnellate di lavoro sommerso – prove scritte da correggere e pianificazione delle lezioni – per riposare. Lo stesso per gli studenti, salvo la mera eccezione di coloro che sono interessati dagli Esami di Stato sino alla seconda settimana di luglio. In Europa lo svolgimento e la pianificazione delle ferie estive varia sensibilmente sulla base di aspetti culturali e tradizionali (adozione di “calendari storici”), politici e talvolta climatici. Per l’Italia le canoniche tre mensilità di ferie risultano un eccesso se paragonate a quanto accade negli altri stati del Vecchio Continente.

Il report Eurydice. Dati, aspetti, utilità

Nell’istruzione primaria, la durata minima cumulata delle ferie estive varia da paese a paese. Si trova tra 100 e 120 giorni nella maggior parte dei paesi. Supera i 120 giorni in sette paesi, con un massimo di 135 giorni a Malta. In sei paesi, gli studenti hanno meno di 100 giorni di ferie, con un minimo di 87 giorni in Danimarca, Paesi Bassi e Norvegia. In generale, la durata minima cumulata delle ferie è la stessa nell’istruzione primaria e secondaria, ma vi sono alcune eccezioni: in tre paesi, gli studenti hanno più ferie nella scuola primaria che nell’istruzione secondaria: due giorni in Bulgaria, una settimana in Serbia e due settimane in Lituania. In Europa le vacanze estive iniziano generalmente tra la fine di maggio e la seconda metà di luglio. Nella maggior parte dei sistemi educativi, gli studenti hanno tra le 9 e le 12 settimane. Tuttavia, la durata delle vacanze estive varia notevolmente da un paese all’altro. Durano al massimo 6 settimane in Danimarca, alcuni Länder tedeschi, Paesi Bassi, alcuni cantoni svizzeri e Liechtenstein. Al contrario, gli studenti sono in vacanza per 13 settimane nella maggior parte delle regioni italiane, Lettonia e Malta. In alcuni paesi, la durata delle vacanze estive varia a seconda del livello di istruzione. In Danimarca, gli studenti dell’istruzione di base hanno due giorni in più rispetto a quelli dell’istruzione superiore generale. In Lituania, gli studenti dell’istruzione primaria hanno due settimane in più rispetto a quelli dell’istruzione secondaria generale formazione scolastica. Al contrario, a Cipro, gli studenti dell’istruzione primaria hanno una settimana in meno per le vacanze estive rispetto a quelli dell’istruzione secondaria generale; in Portogallo, due settimane in meno; e in Irlanda, un mese in meno. È lo stesso in Islanda per gli studenti dell’istruzione di base che hanno una settimana in meno rispetto a quelli dell’istruzione secondaria superiore generale.

Il caso italiano: un unicum continentale?

Il report europeo Eurydice – oltre alla definizione della situazione occupazionale del corpo docente e della relativa retribuzione, nonché della dispersione scolastica per area – è uno strumento che analizza la situazione dell’adozione dei calendari scolastici a livello dei paesi membri. L’Italia, assieme a Lettonia e Malta, si propone di adottare un periodo di ferie più lungo, in riferimento al numero di “ponti ferie” utilizzati durante l’anno scolastico in corso. In Polonia è d’uso – vale anche in Cechia, Slovacchia ed Ungheria – proporre in sostituzione delle ferie natalizie quelle invernali per le ultime due settimane di febbraio. Il fine è quello di ammorbidire durante alcuni periodi dell’anno la pressione sul corpo docente e garantire anche agli studenti una sana ripresa per la prosecuzione delle attività didattiche. In genere, a livello europeo, le scuole restano aperte durante i mesi estivi e la frequentazione di attività extra-curriculari da parte degli studenti rimasti in città non presenta numeri banali, anche per via delle strategie integrative di coloro che provengono dall’Ucraina.

Andrea Maggi

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