Che appare strano, perchè ci hanno sempre detto e ripetuto il contrario e cioè che in Italia ci sarebbero troppi docenti in rapporto agli alunni. E invece improvvisamente si scopre che, con dati ufficiali e quindi neutri, le denunce venute da tuta Italia contro le cosiddette classi pollaio hanno una loro circostanziata verità. Cosicchè tra i motivi della inefficienza della scuola italiana, tastata dall’Ocse, che ci sbatte “tra gli ultimi della classe”, c’è l’eccessivo numero di alunni per classe. Tanto che il rapporto suggerisce all’Italia, per guadagnare qualche posto in classifica, di utilizzare due alternative: o aumentare gli stipendi degli insegnanti o ridurre il rapporto prof-studenti.
Ben sapendo che entrambi i suggerimenti sono inattuabili, questo primo rapporto, commissionato da Gems e presentato a Londra, e che analizza “l’efficienza con cui vengono allocati i budget per l’istruzione in ciascun paese, conferma che l’Italia potrebbe ottenere risultati Pisa ai livelli della Finlandia, se riducesse il rapporto insegnante-allievo da 10,8 a 8,2 alunni per ogni insegnante (-24,4%). O, in alternativa, se aumentasse lo stipendio degli insegnanti dalla media attuale di 31.460 dollari a 34.760 dollari, cioè un aumento del 10,5%.”
“Stando a questi calcoli l’Italia, per avere un migliore rapporto qualità-prezzo, dovrebbe spendere di più e ridurre il numero di allievi per insegnante o aumentarne lo stipendio”.
Se dunque si dovesse prendere questa analisi internazionale con le dovute attenzioni, cercando gli opportuni ripari, si capisce bene che la scuola italiana non ha alternative di miglioramento, sia perché hanno bloccato i contratti e quindi anche gli aumenti salariali, e sia perché, oltre a mancare ancora scuole e strutture, nelle nostre aule scolastiche si può andare fino a un massimo di 29 alunni nella scuola dell’infanzia, 27 nella primaria, 30 nella secondaria di primo e di secondo grado. Ma anche oltre i 30 alunni per evitare di comporre classi inferiori a 27 che è il minimo per le classi iniziali.
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