Quest’anno il nuovo sistema dei debiti scolastici ha rimescolato un po’ le carte in tavola. Ogni scuola si è organizzata alla meno peggio, seguendo comunque le ultime direttive ministeriali, per cercare di organizzare almeno per i mesi di giugno e luglio corsi di recupero ai ragazzi che hanno avuto agli scrutini finali la cosiddetta “sospensione del giudizio”. Ma sicuramente l’iniziativa del preside Ainino Cabona dell’Istituto di Istruzione Superiore “Deambrosis-Natta” con sedi a Chiavari, Rapallo e Sestri Levante, nel Golfo del Tigullio, che comprende l’Istituto Professionale Industria e Artigianato, il Liceo Scientifico Tecnologico e l’Istituto Tecnico Industriale, non ha precedenti.
Il dirigente scolastico ha inviato una lettere alle parrocchie della zona (diocesi di Chiavari) per chiedere ai sacerdoti di trovare nelle comunità giovani volenterosi, promossi a pieni voti, disponibili nei mesi estivi ad aiutare i compagni in difficoltà che, a fine stagione, dovranno affrontare l’esame di riparazione.
Dei 900 studenti del “Deambrosis-Natta” circa un centinaio, tra i quali molti stranieri, hanno lacune da colmare. E’ per questo motivo che il preside ha cercato un’alleanza tra la scuola e la parrocchia. “La scuola – spiega Cabona – deve rendersi conto che da sola non può riuscire a garantire un percorso significativo. Da qui la necessità di una collaborazione scuola-parrocchia per il bene comune”.
La preoccupazione del dirigente nasce dal fatto che nella sua scuola i corsi di recupero dureranno solo fino a metà luglio e poi saranno interrotti per la tregue estiva. Poche ore di lezioni suppletive, con gli esami poi a distanza di più di un mese, in effetti non basteranno per riprendere il programma annuale di intere discipline. Le parrocchie quindi, che sono le uniche istituzioni capillarmente presenti sul territorio, potrebbero essere una grande manna dal cielo o, meglio, una redditizia risorsa da sfruttare.
“Nello spirito – scrive il preside ai parroci – della scuola di Barbiana, vi invito a considerare la possibilità di istituire forme di aiuto agli studenti in difficoltà anche con forme di collaborazione fra ragazzi della stessa età”, a vantaggio soprattutto degli studenti stranieri che, spesso, “trovandosi in difficoltà economiche – continua Cabona – potrebbero trarre vantaggio da un aiuto prestato nella località di residenza”.
Il preside ligure nella sua lodevole iniziativa sembra essere stato abbastanza influenzato dalla figura di don Lorenzo Milani, un vero apostolo dell’educazione del secolo scorso. Ma determinante è stato anche il ricordo di don Sandro Lagormasini, parroco di Cassego (La Spezia), dal quale il dirigente Cabona, da giovane, frequentava il doposcuola. “In fondo –conclude- ora restituisco quello che ho avuto”.
Adesso non resta che aspettare la risposta dei sacerdoti che, certamente, non si farà attendere. Quella della Chiesa è stata fin da sempre, infatti, anche una vocazione pedagogica.