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In Lombardia tagliati 227 docenti a fronte dell’aumento di 5.229 alunni

Nei giorni scorsi la CISL Scuola Lombardia, guidata dalla segretaria generale Prof.ssa Adria Bartolich, ha tracciato un triste ed allarmante bilancio sulla situazione scolastica lombarda che non lascia sperare niente di buono per l’anno scolastico in corso, che si sta di fatto avviando in questi giorni tra mille difficoltà legate all’attuazione della L. 107/2015.

Di seguito pubblichiamo il comunicato integrale della segreteria regionale:

“La ripartizione degli organici effettuata dal MIUR sul territorio nazionale, con un taglio di 227 posti a fronte di un aumento di 5.229 alunni, ha penalizzato moltissimo la Lombardia che si avvia verso un anno scolastico particolarmente difficile. La valutazione che diamo come Cisl Scuola Lombardia su quanto deciso in sede ministeriale è assolutamente negativa. La scuola lombarda ha nel tempo dimostrato di essere un sistema di qualità , pur operando ormai da anni in condizioni particolarmente critiche. Molte sono le peculiarità che non aiutano il sistema scolastico lombardo. 

In primo luogo quello di essere considerato, soprattutto nella zona prealpina “territorio di transito“, nel quale si assume il ruolo e si staziona il meno possibile, per poi trasferirsi altrove. Un organico di diritto contratto rispetto a quello di altre regioni unito al fenomeno dei trasferimenti non consente, in molte situazioni, di garantire la continuità didattica. 

Il sistema scolastico Lombardo si è adeguato per tempo e prima di molti altri alle richieste intervenute negli anni di razionalizzazione del servizio e contenimento della spesa. In primo luogo verticalizzando gli istituti seppur in presenza di una parte consistente di territorio montano che avrebbe giustificato la permanenza di organici più ricchi; poi riducendo gli sprechi, aumentando l’offerta formativa e introducendo l’alternanza scuola-lavoro in molti scuole molto prima della legge 107/2015 più nota come “Buona scuola”. 

Le scuole della Lombardia rappresentano una grande ricchezza sotto il profilo didattico e formativo per tutto il paese. Inutile qui fare l’elenco di inadempienze e disparità che si riscontrano sul territorio nazionale, o dei ricorsi a discutibili espedienti di varia natura per potere evitare l’applicazione di norme spesso difficili da sostenere sui territori (deroghe continue, dilatazione degli organici o altro). Il punto non è recriminare o chiedere risarcimenti postumi. 

Il punto è che in tempi di contrazione di risorse, tagli alla spesa, bilanci pubblici da fare quadrare e contratti che non si rinnovano , la questione di una gestione seria e di un uso corretto degli organici diventa un elemento di garanzia, di giustizia sociale e uguaglianza di opportunità. Ma soprattutto di considerazione per la professionalità e del lavoro degli insegnanti e degli operatori più seri ed impegnati a fare funzionare le scuole.

Se fosse vero quanto ventilato in questi giorni che in alcune regioni d’Italia le deroghe sul sostegno siano pressoché raddoppiate per fare posto agli insegnanti che, assunto il ruolo ed espletato l’anno di prova, hanno chiesto l’assegnazione provvisoria, questo costituirebbe un precedente molto grave.Così come lo sarebbe l’innalzamento surrettizio al 25 % delle assunzioni in ruolo dal concorso 2012 per consentire un numero più alto di immissioni, decisione che penalizzerebbe gli inseriti in Gae e gravemente lesivo dei loro diritti, maturati in anni e anni di lavoro e attesa nelle stesse. 

Come Cisl Scuola Lombardia vogliamo rappresentare tutto il nostro disagio e sconcerto di fronte ad una gestione così localistica e utilitaristica degli organici che pare essere orientata unicamente alle esigenze, seppur legittime, di una parte del personale, anche se non certamente la più bisognosa.

I precari che rimarrebbero senza posto a causa di questa manovra lo sono certamente di più. Per il comparto scuola una difforme applicazione della normativa sul contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica , soprattutto in assenza di un vero controllo sulla medesima da parte del MIUR e delle istituzioni sia nazionali che locali, e lo squilibrio nell’attribuzione degli organici, costituiscono un enorme quanto delicato problema da sanare. Si tratta purtroppo di un problema che ci trasciniamo da anni , eredità di epoche con situazioni economiche di tutt’altra natura e di ben più ampie disponibilità finanziarie. 

La questione degli organici ha assunto le dimensioni di una grande questione nazionale. Ed è strategica per la scuola italiana e per l’intera credibilità del sistema . Occorre osservarla e studiarla con molta attenzione per arrivare a correggerne le storture al più presto. Se vogliamo che l’opinione pubblica torni a pensare alla scuola pubblica come ad un sistema formativo di qualità e la professione dei docenti recuperi prestigio sociale che dovrebbe avere, trattandosi di un ruolo particolarmente delicato, bisogna uscire da un ottica che, purtroppo, privilegiando le esigenze individuali del personale a quelle professionali e dei ragazzi , scredita un intero sistema e offusca tanto buon lavoro che nella scuola viene svolto. Certamente la Lombardia, per quanto riguarda la disoccupazione, non è interessata dalle cifre drammatiche di altre regioni e la presenza di un forte radicamento di attività industriali e produttive, seppur fortemente colpite da quasi otto anni di crisi economica, rende meno fondamentale l’accesso al lavoro nella Pubblica Amministrazione che in altre zone.

Ciò non toglie, però, che l’elemento occupazione non possa essere quello centrale, come spesso è stato in passato, nella costruzione di un servizio pubblico com’è quello scolastico nel quale il dato della qualità è essenziale e deve essere sempre tenuto sotto controllo, prevalendo su qualsiasi altra valutazione”. 

Carmine Nicoletti

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