Una dinamica molto interessante è quella delle dimissioni di un preside dalla commissione regionale. Il decreto n. 56 del 1° marzo 2012 dell’Usr della Lombardia provvede alla sostituzione di questo preside con altro professionista, quale esperto di organizzazioni pubbliche e private.
Fin qui nulla di male, una comunissima sostituzione di membro di sottocommissione d’esame, una fra le tante avvenute in molte regioni in cui si è svolto il concorso. Il decreto di sostituzione n. 56 del 1° marzo 2012 non riporta le motivazioni delle dimissioni del preside, ma queste vengono messe in evidenza in un articolo di Luca Salvi nel quotidiano milanese Il Giorno dove si dice: “Più di 1.800 elaborati scritti – due per candidato – corretti in soli quattro mesi, a tempo di record, prima negli uffici di via Ripamonti e poi presso il liceo Berchet. Durante la correzione delle prove scritte, tuttavia, uno dei commissari, il preside del Vittorio Veneto Michele D’Elia, aveva lasciato l’incarico per protesta contro «i tempi-capestro» imposti alle correzioni”.
Se le indiscrezioni riportate da Il Giorno, trovassero ulteriore riscontro nelle aule giudiziarie, saremo di fronte ad una leggerezza procedurale ben più grave della trasparenza delle buste. Il problema della correzione troppo veloce delle prove scritte, utile soltanto per inserire nelle cattedre di presidenza i vincitori del concorso prima dell’uno settembre 2012, è stato più volte trattato in sede di giustizia amministrativa, ma ora ci troviamo al cospetto di un professionista della scuola, che si dimette da una commissione regionale, perché non è stato messo nelle condizioni migliori per espletare l’incarico affidatogli, nel correggere bene e nei tempi giusti gli elaborati delle prove scritte. Forse l’amministrazione dovrebbe ripartire proprio da questo preside, che con deontologia professionale voleva svolgere al meglio il suo lavoro.
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