Sembra una questione d’altri tempi e, invece, è più attuale che mai. In Missouri, stato del Midwest degli Stati Uniti d’America, tornano le punizioni corporali a scuola, metodo educativo ormai, per fortuna, in disuso nei paesi Occidentali.
La notizia che lascia abbastanza sgomenti è stata riportata da IlSole24Ore. In un distretto del Missouri sudoccidentale, per la precisione il distretto scolastico di Cassville, che serve 1.900 studenti, gli alunni potranno essere puniti fisicamente. La decisione è stata resa nota già a giugno scorso, con una nota presente nel sito web del distretto stesso. Questa settimana le famiglie interessate sono state informate della nuova politica in una riunione aperta, durante la quale sono stati distribuiti moduli di consenso da firmare.
Ciò potrà avvenire a condizione che i genitori dell’alunno indisciplinato in questione diano la loro approvazione. Inoltre, è stato precisato, i castighi corporali saranno adottati solo nel caso in cui tutti gli altri metodi educativi alternativi avessero fallito. In più questo tipo di punizioni non dovranno causare lesioni o danni fisici. Ad esempio, non sarà consentito colpire gli studenti in viso o sulla testa. Il confine con la violenza, però, rimane molto labile.
Nel 1977 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che le punizioni corporali nelle scuole sono costituzionali. Sono gli Stati ad avere il diritto di decidere autonomamente.
Molti di questi, da quel momento, hanno vietato questo tipo di pratiche, che sono progressivamente scomparse. Secondo l’Accademia americana di psichiatria infantile e dell’adolescenza, 19 Stati americani le consentono ancora, la maggior parte dei quali si trovano nel Sud.
Richard Wexler, direttore esecutivo della National Coalition for Child Protection Reform, si è detto sorpreso dalla decisione di Cassville. “La tendenza in America è stata opposta: le scuole stanno abbandonando del tutto il programma – ha detto -. Questa è la prima volta che sento parlare di qualcuno che lo adotta”.
Wexler condanna in toto questa pratica, bollandola come “assolutamente terribile. Non è necessario che un insegnante o un amministratore colpisca o aggredisca fisicamente un bambino”, ha detto. “Non punisce, ma traumatizza”. Nel frattempo Merlyn Johnson, sovrintendente del distretto scolastico di Cassville, e i suoi collaboratori si rifiutano di commentare la decisione dal sapore anacronistico.
In ogni caso molti abitanti della cittadina non sembrano essere preoccupati da tutto ciò: “Non credo che sarà un problema”, questo uno dei commenti raccolti.
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