Quota 100 62 anni e 38 di contributi riconosciuti, non varrà solo per il 2019: il Governo vuole rendere l’anticipo pensionistico strutturale, quindi applicabile anche per gli anni successivi. A dichiararlo è stato il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, che in una intervista al Corriere della sera, ha detto che quella che Tecnica della Scuola ha ribattezzato ‘quota 38’ non sarà “temporanea”, come aveva invece fatto intendere qualche giorno fa il ministro dell’Economia Giovanni Tria.
“No – ha assicurato Durigon -, sarà strutturale. Anzi per noi deve essere il primo passo, tanto è vero che, non appena possibile, intendiamo realizzare “quota 41″, cioè ridurre a 41 anni di contributi il requisito perla pensione anticipata, quella che si ottiene indipendentemente dall’età”. “Noi vorremmo fermare almeno lo scatto sulle pensioni anticipate. Poi – ha assicurato il sottosegretario – c’è anche quello da 66 anni e 7 mesi a 67 anni d’età sulle pensioni di vecchiaia”.
E ancora: “Se non riusciremo a bloccarlo, in ogni caso sarà l’ultimo. Intanto, voglio assicurare che salvaguarderemo i requisiti attuali di pensionamento per i precoci e gli usuranti e prorogheremo l’Ape sociale”.
Alla domanda se ci sarà anche il riscatto agevolato della laurea, Durigon ha replicato così: “Stiamo studiando un meccanismo per renderlo molto meno costoso per i giovani col contributivo (quelli che hanno cominciato a lavorare dal ’96 in poi, ndr) e per agevolare i giovani con buchi contributivi dovuti a periodi di disoccupazione”.
Per chi sceglierà “quota 100” ci sarà il divieto di cumulare redditi da lavoro? “Non un divieto assoluto, ma credo una possibilità di cumulo molto limitata”. Un “paletto”, quest’ultimo, che potrebbe creare qualche problema per il raggiungimento del tetto dei 38 anni di contributi, anche nella scuola dove non pochi docenti e Ata hanno svolto altre professioni prima di approdare nelle scuole pubbliche.
Intanto, torna a parlare di come sta cambiando la sua riforma previdenziale, Elsa Fornero: a Milano a margine di una iniziativa sulla disparità salariale organizzato dal gruppo del Pd in Regione Lombardia, l’ex ministra del Lavoro ha detto che quando si parla di pensioni bisogna tener presente che il futuro “é fatto di una demografia che rende difficilmente sostenibile una affermazione di principio come quella di quota 100”.
“Ho inquadrato la riforma delle pensioni del 2011, che porta a compimento – ha aggiunto la Fornero – altre riforme già iniziate prima, pensando al futuro del Paese”.
In generale, l’ex ministra del Governo Monti ha aggiunto che “francamente non vedo una abolizione all’orizzonte della legge che porta il mio nome, ma solo dei cambiamenti”.
Poi ha concluso con una stoccata all’attuale Governo: “Se fossero stati piú onesti avrebbero potuto continuare a cambiare le cose senza creare così tante aspettative che finiranno per gravare sulle generazioni future”, ha concluso.
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