Coerenza, concretezza, prospettive: sulle pensioni i sindacati chiedono compatti un impegno al Governo, ad iniziare dal blocco dell’innalzamento della quota a 67 anni.
Sulle pensioni “chiediamo coerenza e concretezza, poiché l’unica e ultima possibilità di intervenire è la legge di Bilancio. Il sindacato è mobilitato per conseguire questi importanti obiettivi”, si legge nella nota a chiusura dell’attivo unitario svolto il 13 luglio a Roma alla presenza di oltre 300 delegati.
“Siamo consapevoli che questo confronto si svolge nella fase particolare di fine legislatura, ma proprio per questo” occorre intervenire con la prossima manovra, spiegano i segretari confederali Roberto Ghiselli (Cgil), Maurizio Petriccioli (Cisl) e Domenico Proietti (Uil).
I Confederali hanno innanzitutto rilanciato la proposta della pensione contributiva di garanzia “per dare prospettiva previdenziale ai giovani e a chi ha carriere lavorative fragili”, che “dovrà essere incardinata nel sistema contributivo ma con dei correttivi solidaristici, sostenuti dalla fiscalità generale, e che dovrà valorizzare anche il lavoro di cura e le specificità di genere”.
Centrali anche le questioni della flessibilità in uscita e del superamento degli automatismi legati alle aspettative di vita poiché “non è pensabile ipotizzare ulteriori aumenti dell’età pensionabile, dal momento che già oggi le norme italiane sono fra le più penalizzanti in Europa. Occorre tenere conto dei profili sociali e delle differenze legate ai singoli percorsi lavorativi”.
Pronta a manifestare il dissenso, si dice la Cgil. “Se il governo non ci dà risposte riprenderemo la mobilitazione“, ha detto il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli.
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Per il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, la priorità è quella di “eliminare l’automatismo tra aspettativa di vita ed età pensionabile“, che rischia di far salire l’asticella a 67 anni dal 2019. Si tratta per il sindacato di interventi connessi, parte di un ‘pacchetto’ da discutere con il Governo. Esecutivo che con “l’attivo unitario di oggi incoraggiamo di nuovo su temi per noi fondamentali”, ha aggiunto Petriccioli.
Il più ottimista apare il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, per il quale “il Governo sta facendo dei piccoli passi in avanti, ci aspettiamo delle risposte in questi giorni”. Sul blocco dell’età pensionabile, che rischia di salire a 67 anni nel 2019, il sindacalista sottolinea come “anche il parlamento si sia schierato per impedire l’aumento“, ricordando l’appello ‘bipartisan’ dei presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato.
Dopo il tavolo tecnico di martedì, il confronto al ministero del Lavoro dovrebbe riprendere a breve, per arrivare a un punto politico a fine mese. Tra le questioni da affrontare, evidenzia Proietti, ci sono anche “le pensioni di garanzia per i giovani, i bonus contributivi per le donne impegnate in periodi di cura e la riforma della governance dell’Inps, perché non ci può essere un solo uomo al comando”.
Il nodo, come sempre, è quello dei finanziamenti. Entro due settimane sapremo se il Governo avrà la forza, ma anche il coraggio, visto che siamo a fine legislatura, di dire no a quello che al momento sembrerebbe un destino già scritto.
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