È un’ipotesi ancora allo studio del nuovo Ministro della P.A. Renato Brunetta per cercare di rinnovare la P.A. ed assumere lavoratori più giovani e preparati nei confronti della sfida di modernizzazione e informatizzazione che coinvolgerà il Pubblico impiego nei prossimi anni.
Quindi andare in pensione a 62 anni di età con 30 anni di contributi potrebbe presto essere una realtà per i lavoratori pubblici grazie al Ministro Renato Brunetta che di recente, all’inizio del suo mandato, si è anche riconciliato con le Organizzazioni Sindacali, che hanno manifestato apprezzamento per lo scivolo pensionistico a 62 anni.
La proposta sarebbe quella di pensionare i dipendenti pubblici che abbiano maturato una determinata anzianità contributiva (almeno 30 anni) ma che abbiano poche motivazioni a continuare a lavorare.
Per questi lavoratori si potrebbe prospettare l’uscita anticipata dal mondo del lavoro grazie ad un incentivo.
L’ipotesi che nei giorni scorsi è stata illustrata alla Stampa dal Ministro, ora sarebbe allo studio negli uffici del Ministero della Pubblica Amministrazione.
Non sappiamo al momento se l’ipotesi Brunetta possa riguardare anche il personale della scuola, tutto o in parte, il cui comparto fa parte della P.A.
La proposta vorrebbe creare le condizioni per realizzare una vera e propria riforma della Pubblica Amministrazione, favorendo il turn over con il reclutamento di nuovo personale motivato ed aggiornato.
Il progetto sarebbe stato presentato anche in audizione al Senato, presso le Commissioni Affari costituzionali e Lavoro riunite.
Il rinnovamento del personale della Pubblica Amministrazione sarebbe finanziato attraverso i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza della Commissione europea. (PNRR)
Ma a chi spetterebbe la pensione anticipata a 62 anni?
Non a tutti i lavoratori della P.A., ma unicamente a quei lavoratori demotivati e che siano ritenuti inadeguati a rimanere al passo coi tempi, soprattutto coloro che non sono stati in grado di aggiornarsi con i nuovi dispositivi informatici.
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