In pensione già da anziani: è questa la prospettiva dei lavoratori italiani. E non sono esagerazioni.
A ricordarlo, senza mezzi termini, ma cifre alla mano, sulla base degli scenari sulla aspettativa di vita, è stato il presidente dell’Istituto di statistica, Giorgio Alleva.
Parlando il 5 luglio in audizione alla Camera, Allega ha detto che dai “66 anni e 7 mesi”, salvo interventi del Governo, si passerebbe “a 67 anni a partire dal 2019”, fino a sfiorare i 70 anni, “69 anni e 9 mesi dal 2051“. Il processo di innalzamento sarebbe costante, di biennio in biennio: già nel 2021 si arriverà a 67 anni e tre mesi.
E il Governo? Non può fare molto: avrebbe già preparato il decreto, si tratta di un provvedimento interministeriale Lavoro-Mef, che entro la fine del 2017 porterà all’approvazione del primo innalzamento, datato 1° gennaio 2019.
Le stesse deroghe riservate alle professioni più usuranti, per lasciare il lavoro qualche anno, come l’Ape Social, sono legate a dei finanziamenti destinati a terminare a breve. E non è detto che si trovino le risorse per rifinanziarli. Anche perché rischiano di essere discriminatorie: nella scuola, ad esempio, ci si è fermati ai maestri d’infanzia, lasciando a bocca asciutta tutti gli altri docenti. Come se avere in classe i bambini di cinque anni fosse più stressante che averli da sei anni in poi.
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Anche l’azione del sindacato, che incontrerà la parte pubblica sul tema di nuovo martedì prossimo, non sembra destinata a buoni esiti: le richieste, formulate nei giorni scorsi, e le denunce sul “meccanismo infernale” escogitato del Governo, cozzano infatti con l’altissimo numero di pensionati e la crescente aspettativa di vita.
C’è poi un altro problema di cui tenere conto: i giovani d’oggi, destinati a vivere il lavoro in modo decisamente più precario e dinamico, rischiano di avere le pensioni ma sempre più “basse”, avverte l’Istat. Che in tal modo si unisce all’allarme già lanciato dall’Inps. Significa che non solo si andrà via a 70 anni, ma anche con una pensione ridotta ai minimi termini. Se va bene, per intenderci, in media, attorno ai mille euro.
L’unica speranza, avverte l’Istat, per ridurre il fenomeno è la “decrescita” della popolazione residente (7 milioni in meno nel 2065). Un aiuto potrà venire anche dagli immigrati (+14,4 milioni nello stesso arco di tempo) ma intanto ci sarà anche chi lascerà la Penisola (in circa 6,7 milioni). In cerca di lavoro migliore e di una pensione più dignitosa.
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