In pensione sempre più tardi, Cisl e Uil proclamano lo sciopero di un’ora per il 16 dicembre
I sindacati non riescono proprio digerire la manovra del Governo Monti, in particolare l’inasprimento delle norme che regolano l’accesso alle pensioni di vecchiaia e soprattutto di anzianità. Dopo aver ‘bollato’ “la manovra del Governo Monti iniqua e sbagliata perché scarica soltanto su lavoratori e pensionati costi socialmente insopportabili” e perchè “si tagliano le pensioni esclusivamente per far cassa mettendo in discussione diritti fondamentali”, la Flc-Cgil ha comunicato, motivando anche dove il Governo avrebbe dovuto mettere mano, che “in occasione dello sciopero di 4 ore proclamato dalla Cgil per lunedì 12 dicembre terrà assemblee in tutti i comparti della conoscenza”. Quella di non proclamare l’astensione dal lavoro è stata una scelta obbligata, poiché a chi opera nei servizi pubblici essenziali è negato, in base alla legge 146 del 1990 , di “proclamare lo sciopero con un preavviso non inferiore a dieci giorni”. I lavoratori della conoscenza hanno così convocato delle assemblee, da s svolgere a livello territorialeo negli istituti.
Cisl e Uil hanno invece cambiato idea sulla data della protesta: dopo aver annunciato, a caldo, di fermarsi per due ore il 12 dicembre, a distanza di 24 ore i due sindacati hanno spostato la mobilitazione di tutte le categorie del settore pubblico in avanti di quattro giorni, quindi per il 16 dicembre. Lo slittamento ha permesso di proclamare lo sciopero nell’ultima ora di servizio permettendo a docenti, Ata e dirigenti di aderire alla protesta nel modo (economicamente) più indolore. E nel contempo, per chi lo vorrà, di raggiungere le manifestazioni di protesta organizzate dalle stesse organizzazioni a livello locale.
“Tutto questo – ha spiegato il segretario della Cisl Scuola, Francesco Scrima – nasce anche dall’inspiegabile rifiuto che hanno incontrato le nostre richieste di un confronto finalizzato a un patto con le forze sociali. In altri momenti difficili della nostra storia questa si è rivelata una strada proficua per il Paese. Per contrastare la crisi occorre favorire al massimo la coesione e l’assunzione di responsabilità, e questo richiede prima di tutto che al rigore si affianchi il massimo di equità. A questo vogliamo puntare con la nostra mobilitazione”.
Motivazioni analoghe sono state portata dalla Uil Scuola, che dopo aver riunito a Roma il comitato centrale ha sottolineto che “la protesta è rivolta, in particolare, contro il provvedimento del Governo che introduce nel sistema previdenziale una doppia penalizzazione: un allungamento dell’età pensionabile e una riduzione anche della prestazione previdenziale. Cambiamenti iniqui e inaccettabili che – ha concluso il sindacato guidato da Di Menna – riguardano in modo diffuso il personale della scuola, impegnato in una delicata funzione”. Ora, non è da escludere che essendo i motivi della mobilitazione condivisi anche da altre sigle sindacali, le mobilitazioni potrebbero allargarsi.