L’anno scolastico non è ancora iniziato ma in Piemonte è già polemica: la Giunta regionale di centro-sinistra che succede a due legislature di centro-destra ha deciso di rivedere la legge sul buono-scuola.
La soluzione è il risultato di un compromesso fra le diverse “anime” del Governo piemontese formato da uno schieramento di forze che va dalla Margherita a Rifondazione Comunista e tenuto insieme dalla presidente diessina Mercedes Bresso.
Ad aprire le ostilità ci ha pensato la CUB Scuola che per bocca del coordinatore nazionale Cosimo Scarinzi definisce “inaccettabile” la decisione della Giunta di Mercedes Bresso di “emendare in misura marginale” la precedente legge del centro-destra.
Ma a dare man forte al sindacato di base e al movimento interviene anche Cgil-Flc il cui segretario regionale Alberto Artioli, da noi espressamente sentito, parla senza mezzi termini di “pressochè totale mancanza di discontinuità rispetto al passato” e aggiunge: “prendiamo atto che la proposta della Giunta rappresenta un accordo raggiunto fra tutte le forze del governo regionale, ma francamente ci saremmo aspettati qualcosa di più”.
E cioè cosa? “L’inserimento nel regolamento di un meccanismo che consenta di erogare il buono anche a chi frequenta la scuola pubblica” spiega Artioli.
Ma l’assessore regionale Giovanna Pentenero è chiara: “Abbiamo fatto il possibile, per esempio abbiamo aumentato di 5milioni di euro la dotazione finanziaria della legge sul diritto allo studio e di circa un milione quella che consente di erogare contributi per gli alunni handicappati e per i trasporti”.
“Inoltre – aggiunge Pentenero – abbiamo deciso di ridurre da subito il tetto di reddito al di sotto del quale le famiglie possono ottenere il contributo: si passa da 30 a 25mila euro”.
Ma CgilScuola dice che tutto questo non basta…“Posso capire – replica l’assessore – ma i tempi sono molto ristretti, l’anno scolastico è alle porte; comunque va detto che l’accordo prevede un impegno ben preciso: rivedere tutta la normativa regionale sull’istruzione per arrivare alla stesura e alla approvazione di un vero e proprio testo unico sulla scuola”. E sembra che sia stato proprio questo impegno della presidente Bresso a convincere l’intera maggioranza a sottoscrivere un accordo che, implicitamente, dà per scontato che sulla legge n. 62 sulla parità scolastica (“approvata con Berlinguer Ministro”, ricorda Pentenero) non ci saranno ripensamenti.