Per la Flc-Cgil di Bari gli effetti della riforma sulle pensioni di Fornero non si rivolgono solo pesantemente contro i dipendenti che, fino all’anno scorso, avrebbero potuto accedere alla pensione con 60/61 anni d’età e 36/35 anni di contributi (gli ormai celeberrimi “Quota 96”, i nati nel ’51 o nel ’52), ma scarica pure le sue nefaste conseguenze sulla qualità del servizio, sulla mobilità e sulle nuove assunzioni.
La Flc denuncia quindi che quest’anno i pensionamenti del personale della scuola in provincia di Bari toccheranno un picco negativo, mai registrato prima. Infatti solo 81 sono le domande di pensionamento che riguardano il personale Ata e 308 i docenti, istanze che si potrebbero ancora ridurre.
La Flc-Cgil sottolinea: “Se si pensa che i pensionamenti effettivi l’anno scorso sono stati più del doppio e due anni fa più del triplo di quelli attuali, si può intuire quale impatto devastante abbia provocato e provocherà la riforma Fornero sulla qualità del servizio scolastico e sul turn over del personale scolastico.
Una riduzione così drastica dei pensionamenti non solo produce un corpo docenti più anziano – con buona pace della qualità del servizio e del ringiovanimento della classe docente, retoricamente sbandierato dagli ultimi ministri, ma smentito dai fatti – ma riduce sensibilmente anche le occasioni di lavoro dei giovani precari.”
Dal canto suo la FLC CGIL di Bari continuerà a rivendicare il diritto al pensionamento di tutti i lavoratori “quota 96” anche proseguendo le 40 vertenze in atto presso i tribunali di Bari e Trani e ad esigere una modifica delle disposizioni previdenziali e contrattuali che garantiscano la tutela dei lavoratori a fine carriera, la qualità del servizio e le opportunità di lavoro per i giovani precari.
Contestualmente bisogna pure registrare l’attenzione del Pd nei confronti di questa categoria di personale della scuola e infatti Fassina, della direzionane nazionale del partito di Bersani, ha chiesto un incontro con Fornero e i vertici Inps proprio sulla altrettanto incredibile faccenda degli esodati all’interno dei quali sta anche il personale della scuola incagliato nella cosiddetta “Quota 96”.
Dice infatti Fassina in un comunicato: "Dall’assemblea degli eletti del Pd a Roma è emersa forte la preoccupazione per i lavoratori e le lavoratrici esodate, contributori volontari e tutte le altre tipologie di casi colpiti dagli interventi sul sistema pensionistico".
"In particolare, dagli incontri fatti nelle scorse settimane in tutta Italia con tante persone in condizioni drammatiche, risalta l’incertezza sulla situazione dei lavoratori e delle lavoratrici salvaguardate".
"Per provare a chiarire il quadro, una delegazione di deputati e senatori del Pd chiederà nei prossimi giorni un incontro al Ministro Fornero e ai vertici dell’Inps".
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