L’edizione pugliese di Repubblica riporta l’allarme della Flc Cgil regionale dove, nell’anno scolastico 2011-2012, si sono avuti il 19,8% di dispersioni, collocando così la Puglia al quinto posto dopo Sardegna, Sicilia, Campania e Valle d’Aosta.
Praticamente ogni anno si perde per strada uno studente su cinque, la maggior parte dei quali finisce per rinforzare le fila dell’esercito dei Neet, giovani che non studiano e non lavorano.
E la Flc Cgil pugliese Puglia lancia l’ennesimo allarme: “Quello della dispersione scolastica è un fenomeno triste – commenta il segretario regionale Claudio Menga – che va contrastato anche perché rappresenta l’unico argine contro il progressivo svuotamento degli organici. Quel 19 per cento rimane un dato ancora troppo elevato. Non possiamo permettercelo. Dobbiamo invertire la rotta, anche attraverso l’aumento dell’obbligo scolastico da 16 a 18 anni”
Il quotidiano pugliese, a suffragio della tesi della Flc-Cgil, cita pure le stime del nostro sito: “a preoccupare maggiormente sono però le stime diffuse dal sito “Tecnica della Scuola”, che per l’anno 2012-2013 descrive una vera e propria emorragia di studenti: 6500 nella nostra regione. “Si tratta di cifre da verificare – dice ancora Menga – perché di fatto ancora non esiste un’anagrafe scolastica che segua la vicenda formativa di ciascun alunno. Proprio questo potrebbe essere il primo strumento per poter operare seriamente contro la dispersione scolastica. Bisogna mantenere gli occhi aperti”.
Per la scuola secondaria di primo grado, la Puglia è quarta (0,29 per cento di dispersione) dopo Sicilia, Sardegna e Campania. La maggiore concentrazione di alunni che si disperdono si registra negli istituti professionali, negli istituti tecnici e nell’area dell’istruzione artistica.
In Puglia come nelle aree più disagiate del Paese sono soprattutto gli alunni di sesso maschile quelli più a rischio di abbandono. Eppure negli ultimi anni ci sono stati dei progressi, anche grazie al progetto regionale “Diritti a Scuola”. Solo dieci anni fa il tasso di dispersione regionale era sopra il tetto del 30 per cento.
In Puglia, riporta sempre Repubblica, riferendosi ai dati del nostro sito, nel periodo 2005-2012 i giovani Neet crescono e passano dal 30,8 al 31,2 per cento. Sono ragazzi di 15-29 anni che non lavorano e che non sono neanche in attività di studio o formazione. Solo nel 2010 l’esercito dei Neet pugliesi contava 201mila unità. Un numero in costante crescita negli anni.