Politica scolastica

In questa scuola è vietato portare armi: è nel regolamento

In un istituto di istruzione superiore di Pordenone e in un altro di Udine è stato necessario mettere per iscritto nel regolamento la norma che esplicita, a scanso di equivoci e malintesi, che dentro quelle pareti è fatto divieto di portare armi. 

In pratica è come segnalare un qualsiasi divieto, come quello di non parcheggiare i motorini davanti all’ingresso della scuola per evitare incidenti. E questo ha lo stesso appeal: non portate armi nell’Istituto perché qualcuno si potrebbe fare male.

A riportare la notizia, Il Gazzettino che ha letto i vari regolamenti di disciplina delle scuole: “Solitamente nei licei il regolamento è di poche pagine, alcuni concetti base per inquadrare il comportamento e poi si va avanti con il resto. A leggere, invece, altri regolamenti, come quello dell’istituto professionale a Udine o a Pordenone, qualche interrogativo nasce spontaneo”.

A una prima lettura si può subito avere l’idea della solita discriminazione tra licei e professionali, cosicché i secondi appaiono sempre di più una sorta di scuola adibita più al bullismo e alla violenza che alla conoscenza e al sapere, anche perché ormai sembra essersi l’istruzione tecnica e professionale piegata, dopo le tante richieste di operai specializzati, alle esigenze della industria piuttosto che a quelle della promozione dei cittadini: liberi, consapevoli e colti. 

Tuttavia, scrive il quotidiano, scorrendo i due regolamenti, si legge: … è “vietato andare a scuola con armi, coltelli di tutte le dimensioni e portare proiettili”.

In modo particolare l’Istituto di Udine “il regolamento di disciplina è di circa 30 pagine, carico di sanzioni disciplinari e di tipologie di comportamenti che non devono essere tenuti e altri che non possono assolutamente essere tollerati. Non a caso si fa esplicito divieto di entrare a scuola (comma 4 dell’articolo 18 del regolamento di disciplina) con armi di qualunque natura negli edifici e nel territorio di pertinenza scolastica, anche di armi giocattolo”.

Al cui divieto, corrisponde la sanzione per i trasgressori, la sospensione cioè di 30 giorni dalle lezioni, mentre non si farebbe distinzione sulla reale offensività dell’arma o sulla lunghezza della lama dei coltelli, “essendo tassativamente proibito introdurre oggetti atti ad offendere”. 

Nell’Istituto professionale di Pordenone, frequentato da oltre 700 studenti, il regolamento disciplinare all’articolo 4, lettera e, stabilisce invece che “è infrazione gravissima introdurre armi, proiettili, sostanze esplosive o aggressivi chimici”; che è come paventare la presenza di terroristi in classe, di quelli che mettono esplosivi o prodotti chimici tossici, comprese le munizioni e i dispositivi per la loro diffusione. Armi del resto già vietate dalle Convenzioni internazionali. 

Senonchè, mentre per i terroristi è prevista la via del carcere, nella scuola di Pordenone, allo studente trasgressore può anche essere inibito l’esame di stato se è all’ultimo anno, oppure può essere bocciato. 

E infine un dato singolare, spiega il giornale: nell’ultimo comma dello stesso articolo del regolamento di disciplina si spiega che è “infrazione gravissima” la violenza sessuale.

Pasquale Almirante

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