Il preside Santo Gagliano ha scritto la sua storia nei quaderni di scuola, sempre attento ai problemi dei ragazzi , alle attività sportive, al disagio, alla devianza, alla delinquenza.
Con la sua vita vissuta come dono, ha tentato di cancellare le numerose “d” negative, della droga, della devianza, della delinquenza, del disagio, del disinteresse per lo studio, del disimpegno.
Attraverso la pratica sportiva, le attività del Csi, e le cariche nazionali che ha ricoperto con generoso impegno e dedizione è stato un aiuto prezioso per tanti giovani, togliendoli dalle strade e riportandoli in contesti sereni e protetti come all’oratorio, che purtroppo è stato trascurato e che ora si tenta di far rivivere.
Ha scelto di restare alla scuola Petrarca di Catania, la “sua” scuola, (l’aggettivo possessivo è meritato ed appropriato perché l’ha salvata dalle spire della burocrazia e dalle lungaggini degli uffici tecnici e amministrativi che ne rendevano impossibile il completamento e l’apertura .
Adesso la scuola Petrarca è una centro di formazione e di servizio, presenza educativa e delle istituzioni nei quartieri catanesi di San Nullo, Nesima superiore, Trappeto nord e S.Giovanni Galermo.
Con la sua guida la “scuola di periferia” è diventata un “centro di progettualità didattica innovativa” grazie all’istituzione della “scuola della seconda opportunità”, originale esperienza siciliana e del meridione, ove i ragazzi vengono preparati ad un proficuo inserimento nel mondo del lavoro ed anche mediante il “Centro 2 you”, vera risposta ai bisogni degli alunni difficili, portatori di disagio ed emarginazione sociale , attraverso una didattica differenziato e flessibile per i tempi, i metodi ed i contenuti disciplinari.
Il suo ardore e la sua passione educativa lo hanno portato a volte a scontrarsi con la burocrazia del sistema scolastico ingessato e poco attento ai veri problemi degli studenti e dei docenti.. Non ultima la questione della mensa che sembra arrivata a buon fine.
La sua focosità lo rendeva a volte incandescente , “svampa lavuri”, diremmo in lingua siciliana, ma sempre per gli alti valori della scuola, per il bene dei ragazzi,per la difesa dei diritti e dell’onestà e della giustizia.
La sofferenza , il delicato intervento per estirpare il terribile male, lo hanno provato e purificato, come l’oro nel crogiuolo. Nei sei mesi di ripresa si respirava attorno a lui il senso e la gioia di una vita ritrovata, quasi un miracolo ed abbiamo condiviso il desiderio di vivere e di fare sempre del bene, la riscoperta di un valore che si apprezza meglio quando si teme di perderlo.
La tenacia della sua volontà che lo portavano sempre a scuola, dopo la cura in ospedale, è oggi per tutti noi una lezione di vita che si insegna, non con le parole, ma non la testimonianza, la fedeltà ad una missione da compiere fino alla fine.
Nelle vene di Santo scorreva il sangue della scuola e dello sport, ed anche un desiderio di profonda religiosità, alimentato da una fede salda e ferma, coerente e costante.
Scuola, Sport e Santità, sono le tre “s” che intrecciano un serto di fiori che emanano profumo e memoria, ricordo ed eredità per i suoi familiari che ora piangono, ma sanno di avere un angelo protettore che dal cielo li assiste e li guida; per i docenti e collaboratori, che sono rimasti soli e privi di una ferma e sicura guida; per i ragazzi che vorrebbero ancora sentirlo urlare, ma sanno che Egli li amava tutti e ciascuno; per noi amici dell’Uciim ,che sentiamo fortemente il vuoto della sua presenza brillante e gioiosa.; per gli amici del Csi ,con i quali hai condiviso tante gloriose vittorie e tante conquiste di significative tappe di sviluppo educativo e di crescita sociale e morale.
“Signore non ti chiediamo perché ce l’hai tolto. Ti ringraziamo perché ce l’hai donato”.
Giuseppe Adernò
Presidente UCIIM di Catania