il 4 dicembre ricorre il 24esimo anniversario della morte del “telemaestro” Alberto Manzi. Chi come me è nato a cavallo fra gli anni ’50 e ’60 se lo ricorda, lui e le sue lezioni sull’allora unico canale della televisione pubblica. Grazie alla sua competenza e dedizione migliaia di italiani adulti analfabeti poterono conseguire la licenza elementare.
Eppure la ricorrenza della sua dipartita passa puntualmente inosservata. Già, ma Alberto Manzi non era né un calciatore né un attore né un campione di una qualche disciplina di quelle che tanto attirano il popolo.
Era “semplicemente” un angelo della scienza e del bene, che rinunciò ad una fulgida carriera universitaria per rimanere un semplice maestro di scuola dell’obbligo, vicino ai più piccoli ed umili. Senza clamori, senza troppa visibilità sociale, senza bagni di folla osannante.
E’ proprio vero che “il rumore non fa bene e il bene non fa rumore”…
Daniele Orla
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