In risposta alla lettera del presidente Renzi

Esimio collega Matteo Renzi,

con questa mia rispondo alla missiva che lei ha indirizzato agli insegnanti e agli educatori d’Italia.

Innanzitutto, mi consenta di ringraziarla. Ho apprezzato, e non poco, lo sforzo di rimediare agli “errori di comunicazione”, commessi da lei e dai suoi ministri in merito alla divulgazione del progetto di riforma (o disegno di legge che dir si voglia) della Scuola Pubblica Nazionale. In qualità di Educatrice di Convitto Statale, non posso che sentirmi onorata di appartenere a questa categoria di formatori delle coscienze dei futuri cittadini. E, ancor più, quando un così illustre collega, pur ammettendo le proprie colpe e i propri limiti, cerca in tutti i modi di superarli e di superarsi. Nell’interesse esclusivo degli educandi.

Tuttavia, mi rattrista – e ancora una volta non poco – quando un collega mostra un così forte interesse per l’istituzione Scuola, definendola il motore di sviluppo di un Paese, e poi dimentica che per partire, e ripartire, qualsiasi motore ha bisogno del carburante.

Nella Scuola, caro collega, il carburante sono gli insegnanti, gli educatori, i presidi, il personale Ata. Non il Governo! Non i Sindacati! Ma, ancora una volta e per sempre: gli insegnanti, gli educatori, i presidi, il personale Ata.

E allora, è solo grazie al lavoro di concertazione tra tutti gli operatori della Formazione e Educazione che uno Stato può farsi garante dello sviluppo del Paese. Anzi, la nostra bella Costituzione lo impone come un obbligo, quando al comma 2 dell’articolo 3 sancisce: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza di tutti i cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Allora le chiedo, caro collega Renzi:

1) La sua Buona Scuola è frutto della concertazione tra quali categorie sociali, dal momento che non sembra recepire le istanze provenienti dalla base?

2) L’alternanza Scuola/Lavoro presentata come rimedio per ridurre la disoccupazione giovanile tiene conto o piuttosto ignora che le piccole e medie imprese italiane sono al collasso, dichiarano fallimento, vengono delocalizzate? Sono queste le aziende che assumeranno i nostri giovani?

3) Crede davvero che 40 euro al mese in più per tutti gli insegnanti siano sufficienti a coprire le spese di formazione continua di un docente?

4) Lei sottoporrebbe l’operato di un medico specialista al giudizio di un qualsiasi laureando in medicina, anche se da 14 anni fuori corso? O sottoporrebbe l’attività di un secondino al giudizio di un recluso? Si fiderebbe delle competenze di costoro per attribuire un premio al merito del medico, del secondino? Le chiedo perché un insegnante, un educatore dovrebbe essere valutato da un comitato composto da genitori e studenti oltre che dal super preside? Lei converrà con me che, a quanto pare, esistono genitori che ancora mettono i puntini sulle i maiuscole o usano un sostantivo come se fosse un aggettivo? Non mi crede? Guardi un pò alla lavagna!

5) Lei è sicuro che la sua Buona Scuola eliminerà il precariato? Io sono certa che non è mutando il nome delle Graduatorie ad Esaurimento in Albi Territoriali che riuscirà ad eliminare il diritto acquisito all’assunzione per merito, titoli e servizi (perché una buona scuola è questo ciò che dovrebbe fare!) di tutti quei precari di cui fino ad oggi si è abusato per l’incapacità (ancora sovrana) di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza di tutti i cittadini, impediscono il pieno sviluppo di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Lei è sicuro che le nuove liste di collocamento o Albi Territoriali che dir si voglia funzioneranno col meccanismo della meritocrazia, in modo che una qualsiasi signora Renzi, in coda nelle sue ex Gae per minor punteggio ovvero minori competenze ed esperienze, non sia preferita ad un qualunque cittadino che, con maggiore preparazione, maggiori competenze, maggiori esperienze non goda dell’amicizia di un super preside? Lei è a conoscenza del significato del termine continuità?

Dal latino, che lei tanto ama, continuitas-atis significa “qualità d’esser continuo, estensione non interrotta nel tempo o anche nello spazio”. Lei, allora, limitandola a tre anni, vuole stravolgere la nostra amata Lingua? Vuole pure cambiarci identità e tradizioni per caso? Ha in mente un popolo di docenti senza fissa dimora? E mi dica, vuole pure trasformare le nostre famiglie, i nostri figli in girovaghi di professione?

Lei, signor Renzi, sa per caso cosa fa un educatore dei Convitti Statali?

Educa. Trae fuori il meglio da ciascuno. Fa sì che i giovani sviluppino e manifestino con l’esempio i valori del vivere civile, del rispetto, della tolleranza, della moralità, della solidarietà, dell’uguaglianza, della condivisione, della partecipazione… E sa per caso come un educatore raggiunge il suo obiettivo?

Senza sofismi. L’educatore non si limita alla trasmissione del sapere, o addirittura del non sapere. Suscita curiosità, non sale mai in cattedra a fare monologhi! Scava nel profondo, come Socrate coi suoi discepoli; e solo attraverso un continuo dialogo raggiungere, nel far partorire, il suo scopo: il pieno sviluppo della persona umana.

Lei, signor Renzi, manco li ha considerati gli educatori dei Convitti Statali nella sua Scuola, che vorrebbe propinarci come giusta, buona!

Lei, Signor Renzi, mi ha davvero convinta. Non è un mio collega, non è un insegnante, non lo sara’ mai! Lei, Signor Renzi, non educa; trasmette un piano precostituito nelle stanze segrete, da cui non filtra un raggio di esperienza sui temi dell’Educazione e della Formazione.

Unicuique suum

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