Il Parlamento della Romania ha deciso di raddoppiare gli stipendi ai propri docenti: la notizia arriva alla vigilia delle elezioni politiche del Paese e non si può stabilire quanto possa essere collegata a questo importante evento politico.
L’approvazione del provvedimento, approvato dal Parlamento, non è stata facile: la maggioranza del Governo sembra che non fosse d’accordo a causa delle scarse garanzie sulla copertura economica e le prevedibili conseguenze della legge sul deficit di bilancio.
Il Presidente romeno, Traian Basescu, ha però promulgato la legge senza esitazioni poiché rispetterebbe in pieno i criteri di costituzionalità. La sua approvazione sarebbe inoltre motivata dalla necessità del Paese romeno di rispettare gli impegni internazionali e gli obiettivi della strategia di Lisbona.
“So che questa legge è opportuna – ha detto Basescu – perché tutte le parti in causa hanno sottoscritto un patto per l’istruzione, con la partecipazione di tre grandi federazioni sindacali”.
Non rientrando nelle indagini Ocse, non è nota l’entità degli stipendi medi oggi adottati in Romania. Di sicuro però nel Paese, come in molti altri dell’est, le buste paga degli insegnanti figurano tra le più basse d’Europa. In Ungheria, tanto per fare un paragone con un Paese fisicamente e politicamente abbastanza vicino alla Romania, la retribuzione media iniziale di un insegnante della scuola media di primo grado è di gran lunga all’ultimo posto della classifica rilevata dai Paesi Ocse: 11.800 euro annui contro una media Ocse di 29.770. In Italia ci attestiamo a 26.100. Mentre in alcuni Paesi, come Germania e Svizzera, siamo ben oltre i 40.000 euro. Il top rimane il Lussemburgo, dove un docente di scuola media assunto a tempo indeterminato percepisce ben 70.000 euro annui.