Il movimento “Gae in ruolo – Non uno di meno” sta inviando in queste ore a tutti i parlamentari italiani la presente lettera per difendere il diritto di essere assunti in ruolo come la legge prevede, senza se e senza ma.
Onorevoli deputati e senatori,
prevedere la soppressione delle Gae (Graduatorie ad esaurimento), qualora ci fossero ivi inseriti ancora aspiranti docenti non assunti in ruolo, è una palese violazione dei diritti acquisiti da decine di migliaia di persone che hanno seguito scrupolosamente un percorso approvato dalle leggi dello Stato Italiano!
Chi è in GAE, vi si trova perché ha superato un concorso pubblico per titoli ed esami (es. 1999) o ha superato una durissima selezione per far parte delle Scuole di Specializzazione per l’Insegnamento (Siss).
Chi è in GAE ha seguito le legge che gli assicurava il diritto all’assunzione, secondo lo scorrimento della graduatoria ad esaurimento, sia che avesse avuto o meno la possibilità di fare supplenze.
Se voi doveste legiferare violando tali principi di diritto ecco quali saranno i risultati:
1) saranno calpestati giuridicamente i diritti acquisiti di migliaia di persone nonché il principio costituzionale di eguaglianza previsto dall’art. 3 della Costituzione Italiana e cioè che a parità di condizioni deve corrispondere un trattamento eguale. Chi, inserito nelle Gae, rimanesse escluso dalle assunzioni, con la conseguente soppressione delle stesse, e si vedesse negato il diritto all’immissione in ruolo subirebbe una discriminazione
palese nei confronti di chi avesse la “fortuna” di rientrare tra i nuovi criteri decisi dal Parlamento per la nomina in ruolo. La legge non può e non deve essere retroattiva. L’unica possibile chiusura della GAE è dopo aver immesso in ruolo tutti i docenti ivi inseriti. Allo stesso modo dare precedenza agli idonei (e sottolineo non vincitori) del concorso 2012 rispetto a chi è inserito in GAE e per di più ha superato un egual concorso pubblico, seppure bandito tanti anni fa, significherebbe negare la parità di trattamento nei confronti di chi ha acquisito lo stesso diritto.
2) Verrebbe violato il principio del legittimo affidamento, quale corollario della certezza del diritto, riconosciuto sia a livello europeo (sin dal 1978) sia a livello nazionale.
3) Si aprirebbe un inevitabile e massiccio contenzioso giudiziario tra lo Stato e decine di migliaia di docenti inseriti in Gae ed ingiustamente esclusi dal piano di assunzioni, compresi i docenti che in GAE son iscritti con riserva.
4) La proposta di mettere a concorso i docenti delle GAE che non verranno assunti sarà considerata irricevibile, sia perché se non ci son posti non ci sono nemmeno se messi a concorso, sia perché i docenti delle Gae un concorso lo hanno già superato. Cosi come è irricevibile la proposta di un anno ponte.
5) Si perderà definitivamente quel minimo di fiducia e di credibilità nello Stato e nei suoi rappresentanti.
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