Lo sostiene Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, sottolineando che “le scuole difficilmente saranno in grado da sole di fornire un supporto adeguato in quanto il personale amministrativo è stato ridotto all’osso. Il Ministero non può fare le nozze con i fichi secchi”.
“La situazione appare particolarmente critica in Sardegna – sottolinea Caligaris – considerando le condizioni socio-economiche di molte famiglie che non solo non dispongono del computer e del collegamento a internet ma neppure dei mezzi per raggiungere soprattutto gli Istituti superiori ubicati in centri distanti dai luoghi di residenza. C’è poi il problema del lavoro. Chi è impegnato in attività lavorative, anche se con modesti salari, non sempre ha l’opportunità di chiedere un permesso per recarsi nella sede scolastica”.
“Il Ministero sembra non rendersi conto – rileva la presidente di SdR – delle oggettive difficoltà che comporta una scelta così esclusiva. Dimentica infatti che una fetta della popolazione ha un basso livello di scolarizzazione e ha difficoltà anche ad accedere alle informazioni. Nella nostra isola inoltre esiste ormai un’emergenza sociale per gli altissimi livelli di disoccupazione che non può essere ignorata”.
“Occorre quindi far sentire la voce delle istituzioni locali – conclude Caligaris – per evitare la desertificazione scolastica con gravissime conseguenze per i nostri giovani e le loro famiglie”.
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