Di conseguenza circa il 62% del patrimonio ha più di 40 anni e negli anni passati è stato sottoposto a una manutenzione straordinaria insufficiente. Però a rendere la situazione esplosiva è l’esposizione al rischio delle strutture edili degli edifici scolastici, infatti, il 37% di questi si trova in aree ad alto rischio sismico e il 9,6% a elevato rischio idrogeologico. Delle 24.073 scuole localizzate in aree ad alto rischio sismico 4.894 si trovano in Sicilia, 4.872 si trovano in Campania, 3.199 in Calabria.
A tal proposito si ricorda che con un provvedimento legislativo del 2003 tutti i comuni italiani sono stati raggruppati in 4 categorie di rischio sismico. Oltre alla frequenza e alla violenza dei eventi sismici, nel provvedimento legislativo si è tenuto conto anche di un altro parametro, il PGA, definito come il picco di accelerazione al suolo [g], utile per valutare l’ampiezza del moto sismico.
Le 4 categorie di rischio sismico sono:
1- Zona 1 – Sismicità alta [PGA oltre 0,25g.]
2- Zona 2 – Sismicità media [PGA fra 0,15 e 0,25g]
3- Zona 3 – Sismicità bassa [PGA fra 0,05 e 0,15g]
4- Zona 4 – Sismicità molto bassa [PGA inferiore a 0,05g]
Tale classificazione è utile principalmente per le misure preventive nella costruzione di edifici (tra cui le scuole), dove risulta fondamentale attuare un piano di protezione antisismica in base al rischio.
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