Era ora. Dopo anni di annunci, indicazioni, promesse, finalmente anche in Sicilia varata la legge sul diritto allo studio.
Se è soddisfatta l’amministrazione regionale, nella persona dell’assessore Lagalla, più guardinghi i sindacati con la Flc-Cgil: “Finalmente dopo anni di pressioni ed iniziative, che nel 2012 ci hanno visto impegnati nella raccolta di migliaia di firme per la presentazione di una legge di iniziativa popolare, l’Assemblea regionale siciliana ha approvato un ddl sul diritto allo studio. È questo il tanto atteso primo, timido passo di un percorso ancora lungo. La legge siciliana, che ricordiamo arriva ben ultima in Italia, infatti, si limita ad enunciare una serie di principi senza indicare però le necessarie coperture finanziarie. Tali risorse – precisa Pistorino – sono indispensabili per la piena applicazione della legge e la fruizione del diritto all’istruzione. Il paradosso è che proprio in questi giorni, a causa delle carenze strutturali, di mense scolastiche e locali idonei, la Sicilia è costretta a restituire al Miur ben 96 posti dei 262 stanziati per il potenziamento del tempo pieno”.
“Ci preoccupa l’introduzione del sistema dei prestiti d’onore – sottolinea Campagna, coordinatore dell’UdU Palermo – che oggi rischia di sostituire ulteriori sistemi di finanziamento diretto del diritto allo studio. Sistemi che potrebbero essere più efficaci nella missione di migliorare le condizioni degli studenti”.
“Questo traguardo raggiunto da tutti gli studenti e tutte le studentesse – aggiunge Lombardo, componente dell’esecutivo regionale della Rete degli studenti medi Sicilia – non significa che ci fermeremo qua, non siamo ancora soddisfatti. Le piazze e le rivendicazioni continueranno fino a quando non verranno stanziati i finanziamenti per i trasporti, l’edilizia scolastica e i libri di testo. Vogliamo un cambiamento radicale del mondo della scuola e dell’università”.
Il presidente della Regione Nello Musumeci, aveva, all’atto dell’approvazione, dichiarato: “Finalmente gli studenti siciliani avranno una legge sul diritto allo studio con la quale colmiamo un vuoto storico nell’ordinamento legislativo regionale. La Sicilia era una delle poche Regioni italiane a non avere mai approvato una normativa organica in questo settore determinando forti squilibri nell’accesso ai servizi da parte degli studenti dell’Isola. Una legge che finalmente disciplina, in una logica di continuità, il percorso formativo dei nostri giovani. Un altro importante obiettivo dell’azione di governo è stato centrato”.
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