Con l’acqua alla gola, senza speranze di trovare un lavoro, pur essendo disposti ad accettare salari bassi in qualunque posto e con la prospettiva di restare a carico dei genitori. Otto giovani su dieci ritengono molto o abbastanza probabile dover accettare un qualunque lavoro e sei su dieci sono pronti ad emigrare per trovare un’occupazione. Nonostante la disponibilità ad accettare qualunque condizione – basso salario o trasferimento in altra città – per un posto di lavoro, l’80% degli intervistati è convinto che, sul breve termine, continuerà a dipendere economicamente dalla famiglia. Dallo studio emerge che per i giovani della classe media o bassa e coloro che hanno abbandonato gli studi, la crisi rischia di compromettere la sopravvivenza e l’integrazione sociale. Per gli appartenenti alla classe alta e gli universitari, mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi e la realizzazione delle aspettative di vita. Una stragrande maggioranza – 7 giovani su 10 – attribuisce al governo e ai partiti politici durata e profondità della crisi, che genera frustrazione e una visione fatalista del futuro, dato che, per il 20% degli intervistati, la sua situazione non migliorerà prima dei prossimi 2 o 3 anni, a fronte del 36% convinto che peggiorerà. (Ansa)