L’emergenza coronavirus continua e le scuole di tutta Europa si adattano di conseguenza. La didattica a distanza non è una prerogativa italiana, ma coinvolge anche altri stati. Come la Spagna, uno dei paesi maggiormente colpita dal Covid-19.
Ad un mese dopo la chiusura delle scuole, il grande interrogativo, così come segnala il quotidiano iberico El Pais, è cosa accadrà per la valutazione finale degli studenti.
La ministra dell’Istruzione, Isabel Celaà, è al lavoro per trovare una soluzione idonea per gli oltre 8 milioni di studenti.
Intanto una ricerca dell’università di Granada fa trapelare il malcontento degli insegnanti iberici. Su oltre 3mila prof intervistati la maggioranza rifiuta il passaggio automatico alla classe successiva, dunque dice no al modello italiano.
“Il risultato del sondaggio – afferma Fernando Trujillo, professore di pedagogia all’Università di Granada – ci dice che i docenti rifiutano la promozione automatica perché apprezzano la cultura dello sforzo e del merito e quasi tutti sono concordati nella convinzione di voler essere giusti con i loro studenti”.
Alla rilevazione hanno partecipato più di 3mila docenti (3.047 per l’esattezza, l’80% appartenente alle scuole pubbliche, il resto a centri privati).
Uno dei docenti contrari alla promozione generalizzata afferma: “Non valutarli significa svalutarli, disprezzare il loro lavoro. Sì all’avanzamento, ma senza perdere di vista gli studenti con bisogni di apprendimento speciali e coloro che non hanno i mezzi necessari a casa”.
Per gli autori dello studio, “sembra difficile che una singola soluzione possa essere ben accolta da tutti gli insegnanti” e, pertanto, propongono di approvare un pacchetto di misure adattate a ciascuna delle classi di studio.
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