In Spagna i bambini rom relegati nelle “scuole-ghetto”
Chi l’avrebbe mai detto che nella cattolicissima Spagna possano esistere delle “scuole-ghetto” dove vengono relegati i bambini rom? A denunciarlo è stata l’agenzia del Consiglio d’Europa contro il razzismo (Ecri), che in questi giorni ha anche chiesto alle autorità di Madrid di rivedere la procedura d’ammissione “per garantire una ripartizione uguale degli allievi spagnoli, immigrati e rom” e di adottare misure per “diminuire significativamente il tasso d’abbandono scolastico degli allievi rom”. Secondo l’organismo superiore dell’Ue contro il razzismo, in Spagna esisterebbe ripartizione iniqua degli studenti nomadi e, più in generale, immigrati.
Nella relazione del Consiglio si sostiene che gli allievi musulmani dovrebbero ricevere un’istruzione religiosa musulmana nelle strutture di istruzione pubblica.
A complicare la situazione – evidenziata da procuratori specializzati nominati per proteggere le vittime e combattere la “ciber-criminalità” – sembrerebbe essere stata l’approvazione e la successiva introduzione di una nuova legge del 2009, che ha ristretto il diritto chiedere asilo ai cittadini non comunitari e alle persone apolidi. La rapidità della procedura di asilo è privilegiato a spese della qualità, in particolare per quanto riguarda i colloqui, ha sottolineato l’agenzia del Consiglio d’Europa. L’Ecri ha inoltre auspicato, dopo aver ravvisato dei progressi negli ultimi tempi, che il diritto di praticare un culto collettivamente sia rispettato “autorizzando le Comunità musulmane a costruire un numero sufficiente di moschee”. Rappresenterebbe un primo importante passo verso la convivenza civile tra cittadini di nazionalità diverse. E anche una bella “spallata” contro le tante forme, dirette e latenti, di razzismo e di discriminazione.