Sembra che in Svezia, da quanto è possibile leggere in alcuni quotidiani, con l’introduzione da parte del ministro della Istruzione del sistema dei “voucher” a favore di ogni studente con un importo pari al costo medio di una scuola pubblica, l’istruzione sia notevolmente migliorata.
Questo sorta di finanziamento alla persona significa, viene spiegato, che non sarebbe richiesto alla famiglie alcun costo e il finanziamento statale segue l’iter formativo dello studente, tanto che i fondi passano direttamente all’istituto privato dove lo studente decide di frequentare.
Una riforma che avrebbe consentito lo sviluppo dell’istruzione privata, permettendone l’implementazione di un numero rilevante e che è fra l’altro in costante crescita.
Conseguenza tangibile di tale scelta politica sarebbe pure quella di avere rotto qualsiasi distinzioni tra insegnanti della scuola pubblica e di quella privata, mentre, per i sostenitori di tale indirizzo egualitario, la spiegazione del successo risiederebbe proprio negli insegnanti che “Se non sono adeguatamente preparati, la scuola ne risentirà e gli studenti non la sceglieranno o l’abbandoneranno”.
Il principio dunque della concorrenza tra le scuole, pubbliche e private, sarebbe il motore perfino del successo scolastico e infatti se una scuola piccola non può arruolare insegnanti, capita spesso che dei liberi professionisti collaborino con le scuole insegnando le materie di cui si occupano nella loro vita lavorativa, senza però che il loro grado di preparazione sia inferiore a quello degli insegnanti che hanno superato l’esame di Stato.
Secondo un sondaggio, continua la nota, il motivo principale per la scelta di una scuola è proprio la sua dimensione “umana” e infatti un terzo delle scuole libere ha meno di 50 studenti contro la media dei 600 studenti iscritti alle scuole pubbliche; numeri che avrebbero indotto le famiglie a scegliere le private più disponibili ad offrire nuovi impianti e nuove offerte didattiche.
Sembra inoltre che nel 2009, il costo di uno studente nel privato è stato dell’11% inferiore a quello di uno studente nel settore pubblico, mentre le spese per l’istruzione pubblica sono aumentate del 13% e per le scuole libere del 4%.
Il costo per alunno (2001-2009), in un liceo municipale è aumentato da 8.650 euro a 10.625 euro (+23%) e quello di un suo collega di liceo libero, (esclusa l’IVA, cui le scuole pubbliche non sono soggette) è aumentato da 8.346 euro a 9.400 euro nello stesso periodo (+12%).
Il costo medio annuo per studente nel 2011 in Svezia (in migliaia di euro) è stato, per le strutture pubbliche, di 10,9 per le elementari e di 11,34 per le scuole superiori; mentre per le strutture private di 9,86 per le elementari e di 10,24 per le private. (Fonte: Agenzia nazionale per l’istruzione).
Risparmi dunque e anche risultati didattici di rilievo visto che la Svezia è al di sopra della media europea sui livelli di apprendimento.
Per quanto riguarda invece il sistema giuridico sembra che queste scuole private siano in maggioranza costituite di Società di Capitali e in misura minore da varie forme di associazioni senza scopo di lucro/fondazioni (33%), ma appare pure evidente che la metà di queste che si possono definire aziende hanno avuto utili che prevedono di investire in attrezzature e impianti, mentre il 28% si propone di migliorare la propria gestione aumentando l’offerta e migliorando l’organizzazione interna. L’11% vuole crescere tramite l’assunzione di personale o la creazione di nuove attività. Solo il 6% ha dichiarato di voler ridistribuire gli utili.
Secondo un sondaggio commissionato dall’associazione delle scuole libere, nel 2011, circa il 75% degli intervistati è favorevole alla libertà di scelta in materia di istruzione con una netta prevalenza, del 62% degli elettori che hanno votato per i socialdemocratici, la sinistra e i Verdi.
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