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In Svezia niente sberle ai bambini. Mentre in Gran Bretagna ritornano le bacchette

Per aver strattonato il figlio dodicenne che faceva i caprici davanti all’ingresso di un ristorante di Stoccolma, Giovanni Colosante, consigliere comunale di Canosa di Puglia, denunciato dai passanti, se l’è cavata con una multa di 6.600 corone, circa 725 euro. Questo perché in Svezia è vietato toccare i bambini infliggendo loro punizioni corporali. Il severo turista italiano ha conosciuto anche la cella, in quanto nel paese scandinavo chi picchia un minorenne potrebbe anche essere punito fino a due anni di carcere.

Ma se in Svezia dare qualche “sberla” ai figli è reato, in Gran Bretagna secondo un sondaggio di YouGov per il Times Educational Supplement, i genitori si dichiarano favorevoli al ritorno in classe delle punizioni corporali. Il ‘caning’, la bacchettata di dickensiana memoria, e lo ‘smacking’, lo scappellotto, garantirebbero l’autorità e l’ordine. I tre quarti dei genitori sono favorevoli alle sospensioni, l’espulsione, l’isolamento e il vecchio metodo di far scrivere al Gianburrasca di turno righe su righe relative al suo cattivo comportamento. Per la stragrande maggioranza delle mamme e dei papà interpellati nel sondaggio la scuola britannica è infatti in crisi di disciplina.
Le bacchettate, impartite dal preside, furono abolite nel 1986 per un solo voto della Camera dei Comuni. L’allora primo ministro, Margaret Thatcher, a pranzo con Nancy Reagan, la consorte del presidente degli Stati Uniti d’America, arrivò in ritardo in aula e questo le impedì di esprimere il suo voto contrario. Il bando riguardava solo le scuole pubbliche, ma anche istituti privati come Eton, dove fino al 1970 il ragazzo punito doveva abbassarsi pantaloni e mutande, si adeguarono tre anni dopo.
Secondo una vecchia inchiesta dello Stopp, la società degli insegnanti contrari alle punizioni corporali, all’inizio degli anni Ottanta veniva ‘bacchettato’ un bambino ogni venti secondi, ma dopo l’intervento della Corte Europea dei Diritti Umani il ‘caning’ era diventato più raro pur non essendo scomparso del tutto.
“Il problema è che l’autorità degli adulti è in crisi in molte scuole”, ha commentato il ministro dell’Istruzione Michael Gove. E anche Sir Michael Wilshaw, preside della Mossbourne Community Accademy di Hackney, una delle scuole più accreditate del Regno Unito, ha dichiarato al Daily Telegraph che i suoi professori “passano altrettanto tempo a cercare di tenere la disciplina che a insegnare”. E un insegnante giovane e senza esperienza che arriva in una classe indisciplinata “rischia di diventare vittima dei bulli e di restarne così scoraggiato da lasciare la professione”.
Luigi Mariano Guzzo

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