In Tanzania c’è una mappa che dal 2015 sta salvando molte ragazze dalla Female Genital Cutting, la mutilazione genitale femminile.
A Mugumu, nel nord del Paese, oltre 2mila volontari, grazie a una piattaforma “aperta” che permette a chiunque di costruire e aggiornare mappe, e a un progetto che ha portato avanti la mappatura di 649 villaggi, 1 milione e mezzo di case, 105mila chilometri di strade, 348 ospedali e 1240 scuole appartenenti alle zone meno ricche del Paese e quindi più soggette alla pratica della FGC, sono state salvate 2.257 ragazze
Nell’ultimo anno 1076 ragazze hanno subito questo forma di tortura. Numeri in calo (3700 sono stati i casi registrati nel 2016) ma ancora troppo alti. Senza tener conto che 4 di loro sono morte.
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LA FGC può provocare infertilità, infezioni e la morte. Per questo è vietata per legge, anche in Tanzania, ma molte tribù hanno continuato a praticarla perché considerano l’operazione un necessario rito di passaggio prima del matrimonio. Circa il 15% delle donne tra i 15 e i 49 anni, in Tanzania, hanno subito questa mutilazione.
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