Un’abilitazione in Transilvania in soli tre mesi e una parte svolta online e che avrebbe pure consentito a molti di concorrere a uno degli 11.176 posti disponibili in Lombardia e con le stesse possibilità dei colleghi che hanno seguito il Tirocinio formativo attivo, ma mettendoci un quarto del tempo, senza obbligo di frequenza: calendario delle lezioni a piacimento. La differenza la fanno i costi: tra i 7mila e i 10mila euro (3mila il Tfa).
Non si sa quanti saranno, spiega Il Giorno, i candidati di abilitazione est-europea presenti al concorsone, ma l’Ufficio scolastico regionale della Lombardia ha raccolto e gestito le adesioni.
“Da normativa europea si può ammettere qualsivoglia abilitazione – spiega Max Bruschi– da qualsivoglia Paese. Basta che il titolo sia riconosciuto valido dalla Direzione generale degli ordinamenti scolastici del Ministero dell’Istruzione”.
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Sullo stesso piano dei titoli rilasciati dagli atenei italiani. «Più volte ho segnalato la questione al Ministero – continua Bruschi – perché un’abilitazione in 2-3 mesi difficilmente rispecchia l’iter formativo previsto in Italia».
L’allarme era già stato sollevato, riporta sempre Il Giorno, da Paolo Latella, Unicobas Lombardia, «sugli insegnamenti di sostegno. Una scorciatoia che sta diventando una prassi consolidata. A spese degli alunni disabili».
Era stata presentata un’interrogazione dall’onorevole 5 Stelle Silvia Chimienti. Ma l’emigrazione in cerca di un titolo sfuggito in Italia non si ferma. Per fare una prova basta digitare su Google «abilitazione insegnamento in Romania» o «Bulgaria». E chiamare una delle società di intermediazione universitaria che appaiono.
“Partiamo a settembre. Tre mesi di full immersion, quando preferisce: 2.500 euro subito, 8.000 solo dopo il riconoscimento del Miur”.
Una delle docenti in cerca di abilitazione parla «richieste da 7mila euro, vitto e alloggio esclusi. All’estero solo una settimana. Per gli esami finali». A Bucarest come a Sofia, a Cluj come a Timisoara. Con certificazione in lingua «che fa punteggio».