Il governatore del Trentino, Ugo Rossi, nel suo intervento al Meeting di Rimini, nell’ambito dell’incontro ‘Autonomia e parità dei sistemi formativi’ ha spiegato come la scuola trentina si stia muovendo per raggiungere livelli di eccellenza.
“La sfida è quella, dentro un sistema scolastico e formativo che funziona, di riuscire ad alzare ancora un po’ l’asticella. Abbiamo individuato tre temi: il collegamento scuola-lavoro, la questione linguistica e i bisogni educativi speciali”.
“Sulla parità – ha premesso – la storia del Trentino ci aiuta molto: praticamente a inizio Novecento non si conosceva l’analfabetismo. Altra fortuna è avere sempre esercitato la vocazione autogoverno responsabile da parte dei cittadini, prima che delle istituzioni, dovendo vivere nelle valli e utilizzare al meglio il territorio, dandosi regole su proprietà collettive”.
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“In Trentino non vogliamo un’autonomia scolastica esercitata come mero fatto tecnico, quindi stiamo provando a usare legge sulla Buona scuola, responsabilizzando di più i dirigenti scolastici, in termini di possibilità di scelta del corpo docente e cercando di individuare, cosa che a livello nazionale non è ancora stata fatta, alcuni criteri per i fondi di merito e per le assunzioni del personale”.
“C’è un’assegnazione di risorse come budget, ma soprattutto – ha proseguito – c’è certezza, a inizio anno scolastico, sulle risorse di cui disporre. Stiamo cercando di provare a sperimentare fino in fondo la questione del merito, correndo certo qualche rischio, per valorizzare chi mette qualcosa in più rispetto al completamento di un programma. Io penso che un insegnante debba riuscire soprattutto a trasmettere questo: passione e competenza”.
“A inizio legislatura ho fatto la pazzia di trattenermi la delega della scuola, anche se non sono un esperto. L’ho fatto perché sono e siamo, in questa legislatura, profondamente convinti che un territorio piccolo come il nostro, e vale tutto sommato anche per il nostro Paese, può dare competitività, a costo che fornisca capitale umano, quindi ai ragazzi le condizioni di costruire il proprio futuro”.
“Il sistema formativo e scolastico del Trentino – ha detto – poggia su solidissime basi, i nostri indici sono di livello europeo ed è un settore in cui c’è tradizionale attenzione.
Uscivamo da una legislatura in cui la scuola era spesso presentata in termini di politiche pubbliche e nell’opinione pubblica come un fattore di costi. Con un assessore-presidente, mi sono detto, forse riusciamo a investire questa tendenza”.