La vicenda di un nutrito gruppo di neo-dirigenti scolastici dell’Umbria non può che essere annoverata fra le “storie di ordinaria burocrazia” che accadono nel nostro Paese con buona pace del premier Renzi e del ministro Madia che un giorno sì e l’altro pure ribadiscono che la semplificazione è ormai cosa fatta e che nel giro di pochi mesi saremo davvero un Paese moderno.
Può darsi, fatto sta che in Umbria accade un fatto quanto meno singolare.
Ai 28 neodirigenti assunti con decorrenza 1° settembre 2012 non è ancora stata corrisposta quella parte di stipendio denominata “retribuzione variabile di posizione” perché per loro non era stato sottoscritto un regolare contratto integrativo.
E così ci sono dirigenti che vantano un credito verso lo Stato di almeno 25mila euro.
Ma il caso più incredibile è un altro: i neo-dirigenti entrati in ruolo dal 1° settembre 2013 (sono solo 7-8, ma – come si dice – è il principio quello che conta) continuano a percepire lo stipendio da insegnante.
La motivazione è pressoché fantascientifica o – se volete – fantagiuridica: il loro decreto di assunzione non era stato a suo tempo firmato da un direttore generale come prevede la legge; la Corte dei Conti è stata irremovibile: a decreto imperfetto non può corrisponde una assunzione perfetta e così per ora i 7 dirigenti umbri devono accontentarsi del vecchio stipendio da docente; tra l’altro alcuni di loro, da docenti, avevano qualche incarico aggiuntivo (collaboratore del dirigente o altro) che comportava qualche compenso ulteriore; dal settembre scorso questo compenso aggiuntivo è sparito e c’è pure il rischio che ad un certo punto un qualche organo di controllo decida che tali assunzioni non potevano neppure essere fatte. Con quali conseguenze è facile immaginare.
Nel pomeriggio del 19 giugno è previsto un incontro fra Ministero e sndacati dell’area V; all’ordine del giorno i problemi della mobilità e dell’organico dei dirigenti scolastici. Ma l’ANP ha tutte le intenzioni di chiedere al Ministero di fornire spiegazioni esaurienti sulla vicenda umbra sulla quale peraltro il sindacato di Rembado ha già dato il via ad iniziative di carattere giudiziale.
C’è poi un problema di carattere più generale: nella maggior parte delle regioni italiane da due anni i dirigenti scolastici non ricevono la retribuzione di risultato perché manca ancora la firma del contratto integrativo. Anche su questo i sindacati vogliono vederci chiaro.
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