Vittorio De Seta, regista siciliano, naturalizzato calabrese, che ha diretto fra l’altro, nel 1961, Banditi ad Orgosolo e, nel 1972, Diario di un maestro, è uno dei massimi rappresentanti del realismo nel cinema, quel filone che si avvale della centralità della concreta realtà e quotidianità, al di là di qualsivoglia deformazione, descritte e raccontate nella loro obiettività, anche utilizzando i personaggi della vita di tutti i giorni.
È quello che ha fatto in taluni suoi film divenuti, per questo, autentiche opere d’arte.In Banditi ad Orgosolo, la trama si avvale efficacemente della recitazione di contadini e di pastori della Sardegna stretta ancora nelle maglie dell’arretratezza. Nel Diario di un maestro, ispirato all’azione educativa di Albino Bernardini, più noto come il maestro di Pietralata, il regista De Seta è stato capace di far recitare un gruppo di alunni della scuola elementare e media delle più misere borgata romane.
Quest’ultimo, in particolare, proiettato in quattro puntate dalla televisione italiana, ancora agli albori, nella primavera del 1973, è stato capace di incollare al teleschermo milioni di italiani e di portare, per la prima volta, all’attenzione del grande pubblico i problemi della scuola, il più scottante dei quali quello del mancato rinnovamento delle sue strutture e delle sue modalità di insegnamento.
A Carlopoli, attraverso il progetto educativo, cui si correla la rassegna cinematografica, la scuola apre le porte al vero cinema, quello che ha tutte le carte in regola per essere educativo.
La settimana, nel corso della quale sarà proiettata tutta la filmografia, si chiuderà con la proiezione di Lettere dal Sahara, il film che è stato segnalato come ‘Evento speciale al Festival del Cinema di Venezia’ ed ha vinto il Premio Città di Roma, e con una conferenza/dibattito dello stesso regista Vittorio De Seta, definito da Scorsese “l’antropologo che si esprime con la voce di un poeta”.