Il Messaggero riporta la notizia e pure le parole di un’insegnante, Mirella Arcamone, che spiega: “Constatato che il numero degli studenti, sommato a quello dei lavoratori presenti in aula, è superiore a quello previsto dalla legge 626, l’aula non è norma”.
L’iniziativa è durata solo per la prima ora, coinvolgendo “circa 200 persone. Alla prima ora siamo rimasti nel cortile interno della scuola poi alla seconda ora siamo rientrati in classe. La protesta non è soltanto contro le 24 ore, ma contro il blocco del contratto e degli scatti, contro il precariato e la progressiva riduzione dei fondi alla scuola pubblica”.
E di fronte a queste nuove forme di protesta ci chiediamo cosa succederebbe se in tutte le scuole non a norma adottassero similari forme di protesta.
Ricordiamo fra l’altro che due scuole su tre non sono a norma e che l’allarme arriva da architetti, ingegneri e costruttori. Costoro infatti aggiungono che oltre il 60% del patrimonio edilizio scolastico è addirittura più vecchio delle leggi. “Gli istituti scolastici dovrebbero essere il luogo più sicuro dove chiunque, in caso di terremoti e calamità, può trovare riparo e rifugio; invece paradossalmente sono quelli da cui si scappa”
E ancora. Una scuola su 10 è stata edificata prima del 1919 ed oltre il 60% ha più di 40 anni. In più, 24 mila istituti (37%) si trovano in aree ad elevato rischio sismico ed il 10% in zone a forte rischio idrogeologico.
I docenti dunque, gli alunni e le famiglie avrebbero tutto il diritto per ribellarsi a questo stato di cose e invece di continuare a fare lezione come se nulla fosse, i professori in modo particolare dovrebbero forse chiedere i propri diritti e soprattutto in tema di sicurezza. Ora, se lo stato per i suoi calcoli pretende servigi oltre il dovuto, perchè i lavoratori dell’istruzione e la sua utenza non dovrebbero pretendere uguale attenzione?
Tralasciamo di segnalare il sovraffollamento per classe, che meriterebbe una discussione a parte, ma la condizione dei nostri istituti impone, al di là della manifestazione di oggi, una riflessione approfondita.
In ogni caso, per ritornare ai professori di Ostia, gli insegnanti dello stesso istituto la scorsa settimana avevano portato avanti una protesta analoga, correggendo nel pomeriggio i compiti per strada.
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