Nonostante le forti piogge, Decine di migliaia – tra insegnanti, studenti e genitori – hanno manifestato davanti al Parlamento ungherese in segno di protesta contro il sistema supercentralizzato dell’educazione pubblica voluto dal governo di Viktor Orban.
La dimostrazione, la più imponente da tempo contro il governo, indetta dai sindacati dei docenti e appoggiata da altre categorie (sanità, trasporti, funzionari statali) è l’espressione di un movimento di protesta nazionale, iniziato nei licei di provincia e poi propagatosi in tutto il Paese. In Ungheria, tutte le scuole sono gestite da un unico ente, i libri scolastici e i programmi didattici sono strettamente controllati senza lasciare spazio a scelte professionali e gli obblighi amministrativi per gli insegnanti sono pesanti. “Il futuro degli nostri ragazzi è a rischio, questo sistema di educazione pubblica ci ha fatto tornare indietro di 100 anni”, ha detto Laszlo Mendrey, presidente del Sindacato democratico degli insegnanti.
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Le scuole sono infatti passate sotto il controllo di un’agenzia statale, la Klik; il governo conservatore ha inoltre introdotto un corso di studi unico e anche il materiale didattico è stato centralizzato. La protesta avviata dagli insegnanti è la più importante dal 2014, quando una tassa sull’uso di internet aveva provocato manifestazioni di massa.
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